«Il bene confiscato al clan Cava sarà presto rimesso nelle mani dei cittadini». Così il sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio, dopo che la giunta ha approvato la sua proposta di investire il contributo aggiuntivo del Ministero dell'Interno, pari a 100mila euro, per i lavori di adeguamento dell'ex villetta del boss Antonio Cava in via Sant'Antonio al fine di impiegarla per attività didattiche e formative.
«L'intenzione - afferma Rubinaccio, fresco di nomina alla presidenza dell'Unione dei comuni Antico clanis - è di dividere il pianoterra in due grandi ambienti, allestendo in uno di essi le aule per i corsi d'istruzione serali del Cpia che si svolgono da circa quattro anni nel plesso scolastico di piazza San Sebastiano.
Sugli interventi già svolti nel bene confiscato di via Sant'Antonio con spese a totale carico del Comune, Rubinaccio sottolinea: «Abbiamo creato l'ingresso principale del pianoterra, con tanto di gradini e passaggio laterale per garantire l'accesso ai diversamente abili. A un lato abbiamo fatto fissare dei pannelli in ferro battuto a scopo divisorio». «Il bene sottratto ai Cava - conclude il sindaco - sarà rimesso nelle mani dei cittadini quanto prima: su questo non ci sono dubbi. Noi ce la metteremo tutta, perché vogliamo restituirlo alla comunità come luogo della legalità garantendo l'accesso a tutti». L'ex villetta del boss Antonio Cava (in carcere dal 2006 e oggi al 41bis) è stata sequestrata nel 1993, confiscata nel 1996 dalla Sezione misure di prevenzione presso il Tribunale di Avellino e affidata infine al comune di Quindici, che ha provato più volte a insediarvi delle attività in questi ultimi venti anni senza mai avere successo.