Avellino, pugno di ferro della prefettura:
chiusi i locali di Ciccone e Galluccio

Avellino, pugno di ferro della prefettura: chiusi i locali di Ciccone e Galluccio
di Gianni Colucci
Giovedì 28 Novembre 2019, 09:04 - Ultimo agg. 10:33
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È un provvedimento per motivi di ordine pubblico e sicurezza emesso dalla prefettura che chiude tre attività commerciali nel centro città. Due ristoranti e un'autorimessa di un supermercato nel mirino della polizia urbana che ha eseguito i provvedimenti emessi dalla prefettura. I gestori annunciano ricorso al Tar. Secondo la prefettura le attività contrastano «con le esigenze di ordine e sicurezza sociale».

Si tratta del ristorante It's Ok di Ciro Ciccone, che si trova in via Morelli e Silvati, dell'autorimessa attigua all'ex Ipercoop in gestione ad un'impresa facente capo a Sergio Galluccio e del ristorante Pomodoro in via due Principati di cui è titolare Mafalda Galluccio, già consigliera comunale.

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Le chiusure arrivano con il ritiro della Scia, iniziativa di imperio che deriva dai poteri dell'autorità di governo. La procedura avviata dal prefetto Maria Tirone si concretizza nella prima settimana di titolarità dell'ufficio del nuovo prefetto Paola Spena. Il Prefetto dispone di un ampio potere discrezionale, che è stato esercitato in questo caso. In forza del quale ha richiesto, con efficacia vincolante, all'Amministrazione comunale l'annullamento, la revoca, la sospensione dell'efficacia di provvedimenti abilitativi relativi all'esercizio di attività che possano pregiudicare, o anche soltanto esporre a pericolo, l'ordine o la sicurezza pubblica. In questo caso la Scia, la segnalazione certificata di inizio attività (che non è solo l'autorizzazione all'apertura di un esercizio pubblica avendo assolto a gli obblighi urbanistici e sanitari ) è stata sospesa.

La Prefettura ha comunicato ai gestori la decisioni prima che all'amministrazione comunale, facendo specifico richiamo alle relazioni informative delle forze dell'ordine.
La richiesta è infatti supportata dall'esistenza di elementi precisi, circostanziati ed attuali, dai quali discende che l'attività oggetto dell'autorizzazione di cui è stata chiesta la revoca o la sospensione possa pregiudicare o esporre a pericolo l'ordine pubblico o la sicurezza.

«Per tali motivi il prefetto gode di un ampio potere discrezionale - dice la giurisprudenza corrente - funzionale a garantire, in un corretto bilanciamento degli interessi in gioco, una tutela avanzata dei preminenti valori indicati, il cui esercizio è subordinato al vaglio del giudice amministrativo sotto il profilo della logicità, ragionevolezza, congruità e proporzionalità». È evidente che le parti sono pronte con i loro legali a ricorrere immediatamente per la revoca del provvedimento relativo alle loro attività.

È il Comune a dover intervenire, nel caso specifico attraverso la polizia amministrativa, con un'iniziativa propria degli uffici del commercio e del comandante della Polizia municipale, colonnello Michele Arvonio, per eseguire il provvedimento che risale al 18 novembre.
Sono infatti attribuite ai Comuni le funzioni per il rilascio della licenza per trattorie e rimesse, oltre che per alberghi, locande, pensioni, osterie, caffè o altri esercizi in cui si vendono o consumano bevande non alcoliche, sale pubbliche per biliardi o per altri giochi leciti, stabilimenti di bagni e appunto esercizi di rimessa di autoveicoli o di vetture e simili.

Dalle informazioni relative all'iniziativa della prefettura dunque si evincerebbero dei collegamenti tra l'ambito dell'attività d'impresa delle ditta sottoposte al provvedimento, e ambienti malavitosi. O in particolare sarebbero stati messe le singole attività in relazione a o singoli episodi, inclusa la commissione di atti illeciti, che farebbero ritenere l'apertura in contrasto con l'ordine e la sicurezza sociale. L'esercizio della tutela dell'ordine pubblico ha legittimato il potere dir evoca dell'apertura degli esercizi commerciali e delle attività di servizio. Ieri sera i locali erano chiusi, come già da diversi giorni non era più attivo il servizio di guardiania a pagamento presso il supermercato ex iIpercoop (ora in capo al Gruppo Az Supermercati di Catanzaro) in via Pescatori.

Il gruppo Az è ovviamente estraneo all'intera vicenda. Le iniziative dell'autorità amministrativa hanno avuto come effetto la revoca delle autorizzazione dell'azienda di Sergio Galluccio con la quale la Az aveva in piedi un legittimo contratto. Ora sono venuti meno i presupposti con i provvedimenti dell'amministrazione comunale.

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