Nella villa del boss delle cerimonie
a Sperone i summit dei narcos

Nella villa del boss delle cerimonie a Sperone i summit dei narcos
di Katiuscia Guarino
Giovedì 13 Dicembre 2018, 12:00
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Nella villa di Sperone si svolgevano i summit tra il re delle cerimonie, Armando Manzi, finito in manette nel blitz dell'altro ieri e i narcotrafficanti colombiani e spagnoli. In quell'abitazione venivano assunte tutte le decisioni e lo smistamento della droga. Agli incontri partecipava anche il figlio di Manzi, Oreste, che aveva un ruolo centrale nei rapporti. Infatti, nonostante la giovane età era lui che si recava all'estero per trattare le forniture di sostanze stupefacenti per essere poi smistate nel Napoletano, ad Avellino e nell'hinterland.

Secondo quanto trapela dall'indagine effettuata da Dia e Guardia di Finanza tra provincia di Napoli e Irpinia (con 17 arresti), la villa a Sperone presa in fitto da Manzi, scelta soprattutto perché zona tranquilla, grazie anche agli stretti rapporti instaurati con il boss deceduto del Vallo Lauro Biagio Cava, era intestata ad un altro soggetto risultato però estraneo ai fatti. Pertanto, l'Autorità giudiziaria non ha adottato alcun provvedimento di sequestro.
 
Le indagini della Guardia di Finanza irpina, in particolare del Nucleo di polizia economica e finanziaria, risalgono al 2015 e prendono spunto da specifici controlli effettuati nel Vallo di Lauro. I militari sono riusciti ad individuare la villa di Sperone e a notare movimenti sospetti. Ne è nata un'attività di intelligence da parte delle Fiamme Gialle fatta di appostamenti, osservazioni e intercettazioni telefoniche e ambientali. Le comunicazioni avvenivano attraverso chat in Blackberry in lingua spagnola, principalmente da parte del figlio di Manzi. Raccolte tutte le informazioni utili, ciò ha permesso di sequestrare il notevole quantitativo di hashish, 323 chilogrammi, trasportato a bordo di un autoarticolato proveniente dalla Spagna ufficialmente per consegnare rotoli di carta.

Il tir è stato intercettato dai finanzieri e bloccato nel comune di Castrocielo in provincia di Frosinone. Il grosso mezzo era fermo su una piazzola di sosta e l'autista spagnolo in stretto contatto con i narcotrafficanti era in attesa di disposizioni perché arrivato in anticipo in Italia. I finanzieri irpini lo hanno bloccato. Dai primi accertamenti non hanno scovato nulla. Successivamente lo hanno trasportato presso il Comando della guardia di finanza di Cassino. Dove è stato smontato, e nel serbatoio del carburante è stata trovata la sostanza stupefacente confezionata in panetti. L'autista è stato arrestato.

Si incrociano così le indagini dei finanzieri irpini con le investigazioni della Dia di Napoli che nel frattempo aveva scovato il latitante Antonio Lo Russo, ospitato tra l'altro nella stessa villa a Sperone anni addietro, e acquisito le informazioni utili per ricostruire tutta la filiera. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, sono proseguite ed hanno portato all'arresto di Armando Manzi, di suo figlio Oreste e di tutti gli altri soggetti coinvolti nell'organizzazione criminale residenti a Roccarainola, Acerra, Giugliano e Maddaloni. In tutto 17 gli arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Avellino. Difficile l'operazione per ammanettare i soggetti in quanto non sono stati trovati presso le loro abitazioni, bensì in altri luoghi. Manzi è stato prelevato presso una struttura ricettiva nel Casertano. Il figlio Oreste, invece, presso l'abitazione di amici dove è stata sequestrata anche una pistola. Da ulteriori accertamenti, i finanzieri hanno scoperto che Manzi stava contrattando una grossa fornitura di cocaina da trasportare camuffata nella torba. L'operazione ha visto in azione 60 finanzieri appartenenti al comando provinciale di Avellino. Sono stati impiegati gli equipaggi dell'ATPI (antiterrorismo pronto impiego), i cosiddetti baschi verdi e le unità cinofile.
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