Il Comune di Avellino è in ritardo,
slittano i risultati su campo Genova

Il Comune di Avellino è in ritardo, slittano i risultati su campo Genova
di Flavio Coppola
Lunedì 18 Aprile 2022, 10:00
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Il tempo è ufficialmente scaduto. E il Comune non ha ancora consegnato i risultati su Campo Genova. Ad un anno dall'apertura del mercato, le condizioni ambientali dell'area, classificata dall'Arpac come «potenzialmente contaminata», rappresentano un vero e proprio giallo. II piano di caratterizzazione clamorosamente ancora in corso, doveva concludersi, secondo il primo cronoprogramma imposto dalla Regione, entro 180 giorni da maggio 2021. Cioè a novembre. Ma la verità non è arrivata nemmeno per Pasqua. L'anno scorso, il Comune aveva perso mesi per avviar le analisi del sottosuolo e delle acque di falda per assenza di risorse. Aveva approvato solo a settembre il suo bilancio e si era ridotto all'autunno inoltrato. Così, il dirigente all'Ambiente, Gaetano D'Agostino, aveva chiesto ed ottenuto una proroga di altri 5 mesi. Ma non ha saputo farne tesoro. Il secondo gong, infatti, è suonato ufficialmente ieri. E il dirigente ha steccato ancora. Infatti, da quanto si apprende, il Comune ha tragicamente richiesto alla Regione la proroga della proroga. Per altri due mesi. Proprio perché i dati di laboratorio delle aliquote di controllo affidate al privato da Palazzo di Città non sono ancora pervenuti. E perchè mai? L'istanza ora sarà valutata dall'Arpac, che dovrà esprimersi in merito. Ma i ritardi accumulati dall'ente sono inquietanti. Il sindaco Festa aveva annunciato, a maggio scorso, che l'operazione si sarebbe conclusa in poche settimane. Invece, proprio il Comune ha proceduto a passo di lumaca. L'Arpac ha concluso le analisi di sua competenza su acque di falda e sottosuoli da mesi. E resta in una sconcertata attesa. Piazza del Popolo, che pure aveva scritto alla Regione di aver chiuso il cerchio un mese fa, non ha inviato ancora nulla all'Agenzia regionale. Mistero buffo, in una vicenda molto delicata.

Tutto era partito nel 2020, su input del Tar, che aveva attivato i carabinieri «Noe» nella prima indagine ambientale.

Contemporaneamente, era partita un'indagine della Procura, sulla base di un esposto dei mercatali e dei consiglieri comunali Preziosi e Iacovacci. Per di più, il Comune ha speso oltre 200.000 euro per riqualificare il piazzale, immaginando un pieno utilizzo di Campo Genova. Nel frattempo, ne va della sicurezza delle migliaia di avventori e delle centinaia di commercianti del mercato. E se il Comune cincischia, il percorso si prospetta ancora lungo e ricco di insidie. Entro la data di ieri, infatti, non solo dovevano essere state consegnate le analisi fatte svolgere dal settore Ambiente di Palazzo di Città. Ma si sarebbe dovuta svolgere anche l'attività di contraddittorio con i risultati già acquisiti dall'Arpac. In modo tale da poter chiudere la fase della caratterizzazione del sito e consentire il passo successivo: l'analisi di rischio. Ad un anno dall'approvazione del Piano di caratterizzazione in Regione, due e mezzo da quando il mercato è stato spostato dal Piazzale dello stadio, si sa soltanto che il materiale classificato come «rifiuti speciali non pericolosi» e derivante da attività di demolizione e ricostruzione, ritrovato diffusamente al di sotto dell'asfalto di Campo Genova non allarma. Quindi non andrà rimosso. Per il resto, non ci sono ancora le carte che possano confermare o smentire le risultanze dell'indagine ambientale che, nell'ormai lontano novembre 2020, fecero esplodere il caso Campo Genova. Nella relazione finale Arpac, anticipata da «Il Mattino», furono ritrovate infatti concentrazioni oltre la soglia di legge di ferro e manganese nelle acque. E poi di Arsenico, Cromo, Vanadio, Berillio e idrocarburi pesanti nel sottosuolo. Superamenti delle soglie di legge che non lasciarono scelta all'Arpac, ma che, oggi e nel dettaglio, potrebbero anche non richiedere alcuna bonifica del sito. Il punto è che, fino a quando i dati non ci saranno, sarà impossibile stabilire la salubrità del sito che, negli ultimi anni, ha ospitato pure le ecoballe e l'isola ecologica della società dei rifiuti «IrpiniAmbiente». La fine dell'odissea è ancora lontana, e il mercato continua a risentirne. Dopo aver avversato per un anno e mezzo, in tutte le sedi, il trasferimento a Campo Genova, i commercianti hanno ceduto per la necessità di lavorare. Ma ora lamentano un crollo vertiginoso delle vendite e dei clienti. Infatti, il 40 per cento dei mercatali ha già lasciato vuoto il suo stend. E in tanti pensano che lo storico mercato di Avellino sia di fatto finito. 

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