Caos Avellino, Urciuoli al prefetto:
«Convocare il consiglio comunale»

Caos Avellino, Urciuoli al prefetto: «Convocare il consiglio comunale»
di Flavio Coppola
Martedì 20 Agosto 2019, 12:00
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Nuovo strappo istituzionale sulle commissioni consiliari. Dopo ben due nulla di fatto in Consiglio comunale, il vulcanico capogruppo del Movimento 5 Stelle, Luigi Urciuoli, tira fuori dal cilindro l'ennesima iniziativa eclatante. Con una comunicazione indirizzata al Prefetto, Maria Tirone, al sindaco, Gianluca Festa, al segretario generale, Vincenzo Lissa e finanche al Ministero degli Interni, chiede una «urgente convocazione del Consiglio comunale, sentita la conferenza dei capigruppo», proprio per costituire gli organismi.
 
Nel lungo elenco dei destinatari, manca il presidente del Consiglio comunale, Ugo Maggio. Proprio l'istituzione che ha la competenza di convocare il consiglio, in evidente polemica. L'indice del consigliere, la cui collocazione tra maggioranza e opposizione sta di fatto paralizzando la procedura, è puntato fermamente contro Lissa e Maggio. Attribuisce «l'esito infruttuoso della seduta del 16 agosto a discussioni fondate su false comunicazioni in merito alla richiesta di un parere inviate a sua eccellenza il Prefetto». Qui sta l'attacco pesante al segretario. Ma fa riferimento anche «all'artata sostituzione di un documento, diverso da quello concordato in sede di conferenza dei capigruppo». E qui il bersaglio è Maggio. Per questo, considerati «i tempi indicati dalla Prefettura per l'adozione della delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, pena lo scioglimento del Consiglio comunale», ecco la richiesta di un' imminente seduta consiliare. Tanto più, conclude, che la «costituzione delle commissioni è particolarmente importante in questa fase, del bilancio e del controllo degli atti, per fornire al Consiglio un'idonea base informativa per esprimere una consapevole decisione».

Al nuovo attacco, il presidente del Consiglio risponde con energia: non ci sarà alcun consiglio comunale urgente. E spiega perché. «Quanto al parere della Prefettura e al quesito del segretario generale, sono entrambi chiari. Urciuoli resta nel M5s, quindi in minoranza, anche se ha aderito al programma. Proprio per il parere della Prefettura continua il presidente il verbale della conferenza dei capigruppo del 12 luglio, tra l'altro impugnata da Preziosi per il ritardo nell'insediamento, e poi riconvocata il 16, non è valido. La Prefettura, infatti, lo supera, ponendo Urciuoli in minoranza».

Queste le ragioni che hanno indotto Maggio a venire in aula con uno schema diverso sulla composizione delle commissioni, innescando una bagarre con la minoranza. Ma il presidente rivendica: «Considerato che lo schema precedente era stato invalidato dalla Prefettura, ho ripreso la situazione ex novo, partendo dalle richieste avanzate da tutti in precedenza. Nel pieno rispetto, soprattutto, delle minoranze. Tuttavia - ricorda - mancavano le indicazioni del Pd e dei Cinque Stelle, e il segretario facente funzioni ha dichiarato che non era possibile procedere all'approvazione». È per questo che ora Maggio avvisa i due gruppi che non hanno posto ancora per iscritto i rispettivi desiderata: «Mentre l'attività amministrativa, a cominciare dal Bilancio, andrà avanti, sarò costretto a diffidare chi, con le sue omissioni, ci impedisce di approvare le commissioni consiliari».

Dopo essere stato etichettato in aula con toni decisamente eccedenti il limite dal consigliere Urciuoli, ma non solo, Maggio annuncia la linea dell'intransigenza a partire da prossimo consiglio comunale, fissato per domani: «Quello che dico è in linea con quanto sostengono il prefetto e il segretario, dunque non sarei l'unico ignorante. Per il resto, che Urciuoli stia in maggioranza o in minoranza non è affar mio. Ciò che mi compete è assicurare il rispetto delle regole e dell'educazione. Non tollererò più offese, applicherò alla lettera il regolamento - avverte - anche avvalendomi della forza pubblica per allontanare chi deciderà di non attenervisi».
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