Un detenuto nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, si è tolto la vita all'interno della sua cella. L'annuncio è di Emilio Fattorello, consigliere nazionale del sindacato autonomo Osapp.
Secondo una prima ricostruzione, l'uomo, 40 anni, originario della provincia di Salerno, si è impiccato all'inferriata della cella utilizzando una cintura. Sono risultati vani i tentativi di rianimarlo da parte degli agenti della polizia penitenziaria e del personale sanitario in servizio presso la casa circondariale. Sul posto è giunto il medico legale per i primi accertamenti.
«Anche in questa drammatica occasione e con l'amarezza per una vita spezzata - sottolinea Fattorello - torniamo a denunciare con forza l'abbandono in cui versa la struttura che, in particolare in determinate zone, non garantisce una condizione dignitosa e umana della detenzione».
«È il sesto suicidio in Campania dall'inizio dell'anno. In Italia, dall'inizio di quest'anno a oggi, si è arrivati a 77 suicidi. Quattrocentonovantuno i tentati suicidi negli istituti penitenziari e sessantaquattro i tentati sucidi in Campania: grazie al pronto intervento della polizia penitenziaria si è evitata una strage. Questi dati sono allarmanti, considerando che non sono mai stati così alti dall'inizio del secolo, in carcere il suicidio è la prima causa di morte» ha dichiarato il garante dei detenuti Samuele Ciambriello, appena ha saputo della notizia del tossicodipendente, arrivato nel carcere da una settimana, che si è suicidato nella casa di reclusione di Ariano Irpino.
Ha detto che non c'era «nulla che lasciasse presagire quanto è accaduto. Certo ogni caso è un caso a sé, con diverse motivazioni, molte volte di solitudine di angoscia. Ma i dati allarmanti accendono i riflettori sulle carceri italiane: istituzioni totali, che non possono essere luoghi di isolamento dai territori, dalla società civile e dalla politica. Il carcere deve essere extrema ratio».