Centro Autismo di Avellino,
spreco milionario tra erbacce e degrado

Centro Autismo di Avellino, spreco milionario tra erbacce e degrado
di Flavio Coppola
Domenica 1 Agosto 2021, 12:27 - Ultimo agg. 2 Agosto, 21:15
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Cresce alta l'erba in quello che doveva diventare il Centro per l'Autismo più importante del Mezzogiorno. Le sterpaglie invadono il cancello, gli ingressi e l'asfalto. Persino sul solaio c'è del muschio. Il 2021 è stato l'ennesimo anno di abbandono e promesse mancate. E dire che i lavori sarebbero terminati dall'estate del 2019. Per questo, Comune di Avellino e Asl si contendono quasi ex aequo le responsabilità di uno scempio multimilionario, visto che il problema vero, da allora, è il mancato affidamento in gestione della struttura di Contrada Serroni. Un rimpallo di responsabilità, quello verificatosi negli ultimi 2 anni, che ha visto progressivamente deteriorarsi ancora una volta l'edificio azzurro. E ora serviranno nuovi lavori. Le infiltrazioni sono visibili sulla facciata e sulle pareti laterali. Piove sul bagnato. Ormai 2 mesi fa, l'assessore alle Opere pubbliche, Antonio Genovese, quantificava i nuovi interventi necessari in 150.000 euro. Prometteva una gara che non è stata più indetta per poter aprire ecco l'ultimo annuncio strampalato entro l'autunno.


L'atto è nuovamente desaparecido. E dunque mancano ancora il collaudo tecnico amministrativo e l'agibilità. Eppure, accanto alla riqualificazione della riqualificazione, restano da realizzare opere assolutamente marginali. In particolare, un marciapiede esterno che vada dalla rotonda di Valle fino all'ingresso del Centro.

Un'inezia rispetto ai 5 milioni di euro già buttati dalla finestra nel corso degli ultimi 19 anni.

Un monumento all'incapacità che stride drammaticamente con i numeri dell'autismo, che secondo le ultime stime colpisce 1 ogni 60 nuovi nati. La vergognosa telenovela amministrativa comincia nel 2002. Su impulso dell'associazione «Aipa», il Comune presenta un progetto sui fondi europei da 3,5 milioni. E nel 2004 la Regione ne accorda 2,7. Si comincia nel 2007, dopo un estenuante braccio di ferro tra l'ente e il proprietario dei suoli, l'imprenditore Pasquale Pescatore, tra l'altro ancora in corso. Dovevano volerci solo 12 mesi. Ma due anni dopo, i lavori si bloccano. L'impresa viene ricusata dall'ente e nel 2009 arrivano altri 1,5 milioni. L'anno dopo, la gara viene aggiudicata all'impresa «Piano».

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Erano previsti pure un frutteto e un laghetto, oggi spariti. Ma tra pagamenti in ritardo e contenziosi, ci si blocca fino al 2013, con i fondi che finiscono in perenzione e nel 2014 l'ennesima e lunga battuta d'arresto. Cinque anni dopo, nel 2019, grazie soprattutto all'impegno dell'amministrazione commissariale di Giuseppe Priolo, i lavori vengono definitivamente consegnati dal rup, Anna Freda.

In Prefettura, a giugno, il sindaco appena eletto, Gianluca Festa, si impegna insieme al manager del'Asl, Maria Morgante, a perfezionare in poche settimane l'affidamento in gestione del centro per l'Autismo all'Azienda sanitaria. Non succede più nulla. La struttura versa nell'abbandono esattamente da allora. L'Asl accusa il Comune di non aver mai consentito ai suoi tecnici di prendere visione del lavoro svolto, il sindaco Festa risponde a muso duro incolpando la manager di v0ia degli Imbimbo. Nel frattempo, la Regione Campania ha aperto il suo centro per l'autismo in Irpinia. Ma non ad Avellino, bensì all'ospedale «Criscuoli» di Sant'Angelo dei Lombardi». Se tutto andrà bene, contrada Serroni questo l'impegno dell'Asl potrà ospitare il centro Australia. Ma ad oggi non c'è nemmeno questo. Cancellate dall'indifferenza istituzionale le battaglie delle associazioni, su tutte quelle dell'Aipa e di Elisa Spagnuolo, anche il contenzioso legato alla proprietà dei suoli è pronto a riemergere come un fiume carsico. Esiste ancora una contesa sul corrispettivo dell'esproprio deciso dall'ente. Il Comune ha offerto da anni 50 euro a metri quadrato, da moltiplicare per i 6.843 metri espropriati. Significa, insomma, che il disastro amministrativo realizzato da Palazzo di Città potrebbe costare alla comunità ancora 390.000 euro. Secondo l'esecutivo di Piazza del Popolo, se non altro, non c'è il rischio che l'imprenditore rivendichi la proprietà dell'opera in quanto titolare del terreno. Ma altri non la pensano così. Ed è una magra consolazione per le decine di famiglie che avevano puntato forte su una promessa che è stata disattesa in tutto e per tutto. 

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