«Chiude la fabbrica Novolegno,
Fantoni deve fare chiarezza»

«Chiude la fabbrica Novolegno, Fantoni deve fare chiarezza»
di Luigi Pisano
Venerdì 22 Febbraio 2019, 12:00
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La vertenza Novolegno ora si sposta a livello nazionale. La decisione del gruppo Fantoni di voler chiudere lo stabilimento di Arcella di Montefredane è stata una doccia gelata per i 117 dipendenti e per un territorio costretto a fare i conti con l'ennesimo duro colpo inferto all'industria irpina. Ieri, un incontro in Prefettura (davanti a Palazzo di Governo un sit- in dei lavoratori) con il prefetto Maria Tirone e i sindacati più rappresentativi, per convocare subito un tavolo al Mise. Un lungo confronto, al quale ha partecipato anche l'assessore regionale Antonio Marchiello.
 
Già partita per Roma la richiesta di convocazione, oltre alla presenza dell'assessore alle Attività Produttive, seguirà la delicata vertenza anche l'assessore al Lavoro, Sonia Palmeri. Inizia la battaglia dei sindacati e il segretario provinciale della Fillea Cgil, Antonio di Capua, afferma: «Continua lo sciopero, anche perché dal primo marzo il gruppo Fantoni dovrebbe attivare le procedure di licenziamento». Prima dell'incontro col prefetto Tirone, il segretario generale della Cgil Avellino, Franco Fiordellisi, megafono ben stretto tra le mani, urla la rabbia per una decisione choc: «Il gruppo Fantoni deve fare gli investimenti. Noi chiediamo chiarezza: il Sud viene abbandonato da una holding che prende i soldi e li porta di nuovo al Nord. Uniti nella lotta, perché è davvero insopportabile l'atteggiamento dei vertici dell'azienda». Al termine di una assemblea straordinaria, in un documento a firma di tutte le organizzazioni sindacali, si comunica lo stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero ad oltranza per tutti i 75 giorni della procedura, per due ore a fine di ogni turno. Saranno garantiti - come assicurano i sindacati più rappresentativi nella nota ufficiale - per la salvaguardia degli impianti, l'assistente di produzione e il caldaista. Il servizio di portineria, nelle ultime due ore di turno, garantirà solo la salvaguardia degli impianti e durante lo sciopero non dovranno essere utilizzate ditte esterne. La chiusura della Novolegno non mette in ginocchio solo i 117 dipendenti, come fa notare Davide Mupo, RSU Feneal Uil: «Nei mesi precedenti, al tavolo delle trattative, non si è mai pensato di chiudere la fabbrica. Se fra settantacinque giorni l'iter procedurale continuerà, ci saranno le procedure di licenziamento. Attenzione, però: non sono solo 117 i dipendenti, visto che c'è un indotto, tra fornitori, trasporti e addetti alla manutenzione. Un eventuale trasferimento in altra sede del gruppo Fantoni credo che, sotto l'aspetto logistico, sia molto difficile: Osoppo è a mille chilometri. In aggiunta alle difficoltà economiche, alla crisi del mercato, c'è un territorio ostile: questo è quello che gli esponenti della holding friulana hanno dichiarato». Giovanni Lo Russo, Filca Cisl, aggiunge: «La Fantoni, per il 2019, prevede una perdita di fatturato di cinque milioni di euro e l'azienda non vede prospettive. Il nostro obiettivo è portare il gruppo a questo tavolo al Mise e coinvolgere anche il ministro Di Maio». Sulla stessa lunghezza d'onda, Carmine Piemonte, segretario provinciale della Feneal Uil: «Subito un tavolo istituzionale al Mise, coinvolgendo la Regione, per far diventare questa vertenza nazionale». Per Costantino Vassiliadis, segretario della Ugl, «l'azienda parla di perdite, ma non ha investito. Ha chiuso le linee e ha perso mercato. Portiamo la vertenza ora a livello nazionale: non possiamo chiudere un'altra fabbrica. Forse ci sono anche pressioni ambientali, ma l'azienda non ha investito sulla produzione qui, mentre nello stabilimento gemello di Osoppo produce di più». Pressoché assente la solidarietà della politica irpina, solo il consigliere regionale Francesco Todisco ha raccolto l'amarezza dei dipendenti davanti a Palazzo di Governo: «Vogliamo capire le ragioni di questa chiusura dello stabilimento. Quindi, se è una questione di produzione, di ambiente, o di ridimensionamento della pianta organica. Fantoni deve venire al tavolo».
 
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