Clan, minacce al testimone in due finiscono a processo

Disposto il rito immediato per Evangelista e Freda

Clan, minacce al testimone in due finiscono a processo
di Alessandra Montalbetti
Martedì 6 Dicembre 2022, 08:27 - Ultimo agg. 20:44
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Minacce ad Alfonso Gnerre, testimone nel processo sul Nuovo Clan Partenio: disposto il rito immediato, dalla Procura Antimafia di Napoli, per Massimo Evangelista e Renato Freda, i due indagati arrestati nel luglio scorso, e attualmente ai domiciliari, per intralcio alla giustizia aggravato dal metodo mafioso.

Il pm della Dda di Napoli, Anna Frasca - che ha coordinato le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, agli ordini del capitano Pietro Laghezza - ha chiesto ed ottenuto il processo lampo per i due indagati, difesi dai penalisti Gaetano Aufiero e Patrizio Dello Russo. Il processo inizierà il 27 gennaio davanti al Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduto da Lucio Galeota. Alfonso Gnerre, dopo essersi allontanato da Santa Paolina il 31 luglio del 2021 per timore di ritorsioni, per poi essere ritrovato a settembre, raccontò agli inquirenti di due episodi di minacce subite dopo esser finito in un giro di usura gestito da alcuni componenti del sodalizio criminale. Il 31enne dichiarò agli inquirenti di aver subito delle minacce - mentre stava andando a Prata a comprare del mangime - da Renato Freda che gli disse «stai attento a quello che dici a processo» facendo chiaro riferimento alla sua escussione in aula.

Un analogo episodio avvenne nei pressi di un distributore di benzina.

Intanto ieri nel processo ai vari componenti del clan Partenio sono iniziati i primi esami per gli imputati. Ieri si sono sottoposti Carmine Valente (in carcere con le accuse di associazione a delinquere), difeso dall'avvocato Raffaele Bizzarro, e Sabino Mariano, (indagato a piede libero nell'inchiesta sul clan al quale contestano un episodio di usura), difeso dall'avvocato Generoso Pagliarulo. Valente ha respinto le accuse precisando che lui non fa parte del sodalizio criminale. «Non ho rapporti con i fratelli Galdieri dal 2008 e le accuse di estorsione nei miei confronti non sono veritiere. Giovanni Gambale lo conosco da tempo e in via amichevole gli chiesi dei gabbioni». Esame anche per Sabino Mariano che ha gridato la sua innocenza in aula. «Non ho mai compiuto nessun episodio di usura nei confronti di Silvio Capone, non ho mai avuto contatti con i vari imputati eccezione fatta per Filippo Chiauzzi, ma esclusivamente per questioni lavorative».

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Dichiarazioni spontanee poi per Franco Ambrosone - difeso dall'avvocato Pace - che ha ribadito la sua innocenza. «Ho prestato una somma di denaro, ma non ho mai preteso interessi usurai». Il processo ai vari componenti del sodalizio criminale è stato poi rinviato al 19 dicembre quando proseguiranno gli esami imputati da parte del pm Simona Rossi, degli avvocati e da parte del tribunale di Avellino in composizione collegiale.
Nel processo Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Ernesto Nigro, Diego Bocciero, Luigi De Simone, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente, ed ancora Giuseppe Giovanni Volpe e Renato Freda, Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppe Durante, Sabino Mariano e Pellegrino Cucciniello sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d'asta, tentata estorsione.
 

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