Clan Partenio, rinviati a giudizio 22 imputati. Il gip Rossella Marro del Tribunale di Napoli, al termine dell'udienza preliminare, ha disposto il vaglio dell'istruttoria dibattimentale per Pasquale Galdieri (al 41 bis), Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Ernesto Nigro, Diego Bocciero, Luigi De Simone, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello,, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente, Giuseppe Durante (a piede libero) Giovanni Volpe e Renato Freda (ai quali sono stati concessi gli arresti domiciliari) Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, il messo comunale del comune di Monteforte Irpino e Franco Ambrosone (quest'ultimi quattro sottoposti sin dall'inizio agli arresti domiciliari), Sabino Mariano e Pellegrino Cucciniello (entrambi a piede libero). Il processo, per i 22 imputati accusati di far parte del sodalizio criminale operativo nella provincia irpina, inizierà il prossimo 6 ottobre dinanzi al tribunale di Avellino in composizione collegiale presieduto dal giudice Luigi Buono, a latere Giulio Argenio e Lorenzo Corona. Mentre per Ferdinando Bianco, Pasquale Nando Bianco, Elpidio Galluccio e Filippo Chiauzzi - per i quali gli avvocati Quirino Iorio, Domenico Dello Iacono e Carmine Danna hanno chiesto il giudizio abbreviato - la decisione arriverà il prossimo 28 ottobre. Definita invece la vicenda processuale per l'imputato Fiorentino Dello Russo (a piede libero). Il suo legale, l'avvocato Gaetano Aufiero ha patteggiato ad un anno e sei mesi (pena sospesa) con l'esclusione dell'aggravante mafiosa. Fiorentino Dello Russo - figlio dell'imputato Carlo Dello Russo considerato dagli inquirenti uno dei reggenti del clan è finito nell'inchiesta in quanto tentò di disfarsi della pistola beretta semiautomatica calibro 9, considerata arma da guerra e il relativo munizionamento gettandola dal balcone all'arrivo delle forze dell'ordine, con l'accusa di detenzione e porto illegale di armi. Nel corso dell'udienza svoltasi ieri mattina nell'aula Ticino 3 dell'istituto penitenziario partenopeo nella quale hanno preso parte tramite collegamento in videoconferenza tutti gli imputati detenuti l'avvocato Alberico Villani ha sollevato l'eccezione per l'inutilizzabilità delle intercettazioni ambientali e telefoniche nei confronti dei suoi assistiti (Mario Rosania, Ernesto Nigro e Giuseppina Nigro) in quanto captate in un altro procedimento penale e confluite nella maxi inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, usura ed estorsione. E se da un lato le indagini sono state chiuse e i 22 su 27 imputati (esclusi i 4 che hanno optato per il rito abbreviato) dovranno affrontare il processo, gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Napoli continuano ad indagare sui filoni delle aste giudiziarie truccate, politico e quello dei falsi sinistri. Ad avviso degli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Napoli i componenti del Nuovo clan Partenio erano riusciti a creare un sodalizio criminale che - grazie alla forza intimidatrice del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà - riusciva a controllare le attività economiche attraverso la gestione monopolistica di settori commerciali ed imprenditoriali tra cui quello relativo alle esecuzioni immobiliari iscritte presso il tribunale di Avellino. Numerose le condotte delittuose contestate ai componenti del clan dedito alla commissione di delitti contro il patrimonio, contro l'attività dell'amministrazioni pubbliche, locali e centrali, cercando di condizionarne l'operato, il tutto per affermare il controllo egemonico sul territorio avellinese e dell'hinterland irpino. Diversi gli avvocati impegnati nella difesa dei 22 imputati tra cui figurano Alberico Villani, Raffaele Tecce, Marco Tecce, Gerardo Santamaria, Almerigo Pantalone, Nicola Quatrano, Stefano Montone che tenteranno di smontare l'impianto accusatorio.