Avellino, nel piano dismissioni
c'è anche il palazzo del Comune

Avellino, nel piano dismissioni c'è anche il palazzo del Comune
di Flavio Coppola
Sabato 22 Febbraio 2020, 08:43
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Prima la manifestazione di interesse pubblica, poi il bando. La vendita di Palazzo di Città sarà inserita nel piano delle alienazioni patrimoniali del prossimo Bilancio di previsione. Questione di settimane.

A scandire l'iter è l'assessore al Patrimonio, Stefano Luongo: «Entro marzo - conferma - il piano sarà pronto. Lo stiamo predisponendo nell'ambito di una ricognizione delle strutture che ci vede intenzionati ad alienare quei beni che, a nostro modo di vedere, non sono indispensabili per lo sviluppo della città o per l'aggregazione». Quella del sindaco Festa, insomma, non era una lontana previsione: «Le valutazioni ad oggi svolte continua l'assessore ci portano a due grandi strutture in particolare, Palazzo di Città e l'ex Asilo Patria e Lavoro». Se nel primo caso c'è già stato l'interessamento della Guardia di Finanza, nel secondo si è fatto avanti l'Ordine dei medici. Quanto alla Casa comunale, resta pure la volontà di «escludere l'Anagrafe, che è ormai un riferimento per i cittadini». «Il Piano aggiunge l'esponente dell'esecutivo Festa, varrà quindi ben più degli 8 milioni stimati l'anno scorso, e si arricchirà anche di una serie di aree comunali minori, che oggi sono appetibili per i privati e che a noi non interessano».

Nel giro di pochi mesi, dunque, il Comune cambierebbe casa. La destinazione, come noto, è il vecchio Municipio di Palazzo De Peruta. Sarebbe l'ennesima e clamorosa vicenda di un progetto di delocalizzazioni che sta cambiando l'intera geografia dei servizi ad Avellino.

Tuttavia, se l'amministrazione comunale ci crede, l' opposizione si mostra più che scettica. Soprattutto rispetto all'operazione Palazzo di Città. Il capogruppo, Luca Cipriano, è netto: «Resto sempre più perplesso rispetto a queste operazioni di finanza creativa di Festa e dei suoi. L'annuncio di vendere Palazzo di città, per certi versi condivisibile nell'ottica di riorganizzare di qui ai prossimi anni i servizi ad Avellino, mi sembra privo di ogni contenuto. Intanto - ricorda - per vendere l'attuale sede del Comune servono acquirenti, e non mi sembra che ci sia la corsa per immobili che costerebbero milioni di euro. Inoltre mi chiedo come pensi di trasferire tutto a Palazzo de Peruta, visto che c'è già il Giudice di pace e che servirebbero costosi lavori di adeguamento». Per il numero uno di «MaiPiù», insomma, «ancora una volta, il sindaco si mette a giocare al Monopoli». «E questa - continua - è l'ennesima mossa azzardata, che sa tanto di vuoto annuncio promozionale. Viene il sospetto che tutte queste operazioni di dismissioni immobiliare - chiosa - servano solo a gonfiare i bilanci, con ipotetici incassi che garantiscano solo figurativamente un buono stato delle casse dell'ente. Si torni con i piedi per terra».

Non sarebbe un trasferimento indolore per Ettore Iacovacci, capogruppo del Pd, che si sofferma infatti sulle implicazioni logistiche della vicenda. «Non so se ci siano davvero interessi da parte di qualcuno per Palazzo di Città - premette - ma ricordo che nei mesi scorsi Festa aveva dichiarato di voler trasferire solo la sede istituzionale al vecchio Municipio. Lì si sarebbero dovuti svolgere i Consigli comunali. E non penso proprio che Palazzo De Peruta possa contenere tutti gli uffici dell'ente». Il numero uno dei democrat in assise ricorda pure un altro aspetto: «Quell'area mancherebbe dei parcheggi per i dipendenti, per l'utenza e per i consiglieri. Sarebbe del tutto inappropriata». Convinto che sia giusto dismettere i beni, ma solo quelli improduttivi, Iacovacci punge il sindaco: «Se non altro, ha avuto il decoro di escludere dalla lista l'Anagrafe. Ma potremmo vendere anche i parchi è la provocazione Nel frattempo, lo stesso sindaco annuncia nuove assunzioni. Mi sembra proprio un ragionamento assurdo».

 
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