Il Comune paga gli operai,
ripartono gli alloggi 2.0 ad Avellino

Il Comune paga gli operai, ripartono gli alloggi 2.0 ad Avellino
di Antonello Plati
Lunedì 4 Marzo 2019, 11:00
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L'impresa non paga, ci pensa il Comune. Risolta, almeno per il momento, la vertenza degli 8 operai della «Cincotti Costruzioni», l'impresa edile di Nocera Inferiore impegnata nella realizzazione di tre edifici tra via Imbimbo (ex via Morelli e Silvati) e via Capozzi nell'ambito del programma di sostituzione edilizia dei prefabbricati pesanti del post terremoto 1980.

Senza stipendio da circa 6 mesi, le maestranze, sostenute dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, hanno più volte manifestato il proprio dissenso incrociando definitivamente le braccia circa un anno fa. Adesso, con il pagamento delle spettanze arretrate circa 42mila euro in totale attraverso l'attivazione del potere sostitutivo - i lavori, quasi ultimati, dovrebbero riprendere per poter finalmente consegnare gli appartamenti ai legittimi assegnatari facendo scorrere la graduatoria.
 
Quella dei cantieri di via Imbimbo e via Capozzi, ma anche di via De Napoli, è una storia piuttosto travagliata, tra passaggi di consegne, subappalti, associazioni temporanee di imprese (Ati) costituite e dissolte nel giro di pochi mesi e, ancora, contenziosi e interdittive antimafia. Tutti fattori che, inevitabilmente, hanno dilatato in modo preoccupante i tempi di consegna. In via Imbimbo, il cantiere è stato consegnato alla «Cincotti» il 29 giugno 2011. I lavori sarebbero dovuti terminare a fine gennaio 2013, ma hanno subito il primo lungo stop fino al dicembre del 2014 - per la redazione di una perizia di variante, alla fine se ne conteranno ben cinque. L'ultima, approvata il 6 luglio dell'anno scorso con l'allora dirigente del settore Lavori pubblici, Riccardo Feola, che ha concesso il via libera a «un intervento aggiuntivo di assestamento» necessario per la realizzazione di una paratia di contenimento a protezione della palazzina in costruzione. Un esborso di ulteriori 56mila 422 euro con il costo complessivo dei lavori a lievitato nel tempo fino a 11 milioni 99mila euro (compreso l'intervento di via Capozzi) tutti finanziati attingendo ai fondi della Cassa depositi e prestiti e della Regione Campania. A pochi passi, in via De Napoli, le fondamenta sono state gettate alla fine del 2010 (per 20 alloggi che costeranno 1 milione 570mila euro), ma gli operai non sono saliti sulle impalcature da dicembre 2012 a novembre 2014 perché sull'impresa appaltatrice, la «Esa Costruzioni Generali» di Nocera Inferiore, gravava un'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Salerno, ma non rilevata in fase di gara. Ci sono, poi, voluti quasi due anni per riassegnare l'appalto sempre alla «Cincotti», che ha però ceduto in fitto il ramo d'azienda alla «Del Gaudio» di Napoli.

Complessivamente, si tratta di 3 lotti per 86 alloggi che saranno a disposizione delle famiglie che ancora vivono nei prefabbricati pesanti. Insomma, anche in assenza di una guida ufficiale manca un assessore dopo lo scioglimento della giunta M5S guidata da Vincenzo Ciampi - il settore Lavori pubblici continua comunque nella sua azione.

E sembra vicina la svolta pure a Picarelli: anche in questo caso è necessaria l'approvazione di una perizia di variante che dovrebbe consentire alle ruspe di riaccendere i motori dopo più di due anni. Una virata, forse decisiva, è attesa a breve a Rione Parco dove manca solo l'ultima stecca dei circa settanta alloggi previsti (40 già consegnati ai legittimi assegnatari). Soltanto poi si procederà alla demolizione dei prefabbricati rimasti - oggi occupati da circa 30 famiglie - per dare il via alla riqualificazione esterna con una piazza e un parco giochi per bambini. Insomma, se non dovessero esserci altri intoppi, la sostituzione edilizia dei prefabbricati del post terremoto del 23 novembre 1980 potrebbe terminare entro il 2020. Tuttavia, a dieci anni dalla partenza di un'operazione che interessa tutti i quartieri periferici di Avellino, il condizionale è d'obbligo.
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