Conservatorio «Cimarosa»,
il Comune tira dritto sulla chiusura

Conservatorio «Cimarosa», il Comune tira dritto sulla chiusura
di Flavio Coppola
Domenica 26 Maggio 2019, 12:00
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Il Comune di Avellino non sembra intenzionato a fare dietrofront. Lo scontro istituzionale con la Provincia, innescato dall'ordinanza con cui il settore Urbanistica intima all'ente di Palazzo Caracciolo di vietare l'utilizzo del conservatorio «Cimarosa», perché privo della certificazione antincendio, sembra destinato ad andare avanti. E potrebbe anche inasprirsi.

Ieri mattina, al termine di una lunga riunione con il settore urbanistica, e i sub commissari Silvana D'Agostino e Francesco Ricciardi, il commissario di Piazza del Popolo, Giuseppe Priolo, ha risposto per iscritto alle comunicazioni che, nella giornata di venerdì, gli erano pervenute sia dalla Provincia che dalla Prefettura. Priolo ha passato al setaccio tutti i termini della questione. Il contenuto delle carte, al momento, è top secret. Quello che sarebbe emerso, al termine di una lunghissima analisi del provvedimento firmato dal dirigente ad interim dell'Urbanistica, Gianluigi Marotta, dal responsabile unico del procedimento, Flavio Nazzaro, e dalla funzionaria, Lia Baldanza, è che il Comune non ha ancora revocato l'ordinanza in autotutela, così come chiesto formalmente dalla Provincia. E non sarebbe intenzionato a farlo. Salvo nuovi colpi di scena nel corso della prossima settimana. Ciò vorrebbe dire che la paventata illegittimità dell'atto, ipotizzata nella comunicazione in cui Palazzo Caracciolo contesta l'ordinanza «per ragioni sia tecniche che giuridiche», non sarebbe stata riscontrata anche da Priolo. Questo perché, essenzialmente, l'ordinanza dirigenziale prende le mosse dalle comunicazioni giunte non solo al Comune, ma anche alla stessa Provincia ed alla Prefettura, dai vigili del fuoco. Più volte intervenuti al «Cimarosa» negli ultimi tempi, in particolare nell'intervento dello scorso 10 aprile, avevano appurato l'assenza della «Scia» antincendio. Così avevano comunicato ai tre enti in questione, il 2 maggio, l'esito della verifica. E avevano anche invitato Comune, Provincia e Prefettura ad «attivarsi, nei tempi tecnici strettamente necessari, per regolarizzare la condizione autorizzativa dell'attività». Il Comune l'ha fatto, anche se con tempi e modi che hanno innescato una bufera.
 
In ogni caso, a conferma della complessità della vicenda e della delicatezza della partita che riguarda anche e soprattutto la sicurezza e di diritto allo studio dei 1.000 studenti del «Cimarosa» - il commissario Priolo non ha ancora proferito parola sul punto. Se la revoca dell'ordinanza spetta al dirigente Marotta, che non sembra affatto intenzionato a tornare sui propri passi rispetto ad un atto considerato dovuto, la Provincia non resterà certamente a guardare.

Secondo indiscrezioni, dopo aver contestato duramente l'ordinanza di Marotta in un comunicato stampa, prima, e in una nota inviata venerdì mattina dopo le 13 al protocollo comunale, poi, l'amministrazione di Palazzo Caracciolo sarebbe pronta anche ad adire le vie legali. A questo punto, lo scontro diverrebbe totale. Mentre le tempistiche dell'ordinanza hanno fatto pensare anche ad un'operazione politica contro il presidente del conservatorio, Luca Cipriano, candidato sindaco ad Avellino, gli uffici comunali hanno respinto con forza ogni accusa.

Il punto che non è stato ancora chiarito, invece, è quello relativo ai tempi per la presentazione della «Scia antincendio». Chiamata esplicitamente in causa, la Provincia, gestore del Conservatorio, ha fatto trapelare che c'è un percorso complessivo di adeguamento del «Cimarosa» in atto, che dovrebbe perfezionarsi a breve. Un po' poco per una struttura importantissima della città che ha necessità di operare in piena regola rispetto a tutti gli adempimenti previsti dalla legge. Se non altro, su questo dato, Prefettura, Provincia e Comune sono assolutamente d'accordo. Ma mentre gli enti si danno battaglia a colpi di missive e ordinanze, la struttura - pure in ottime condizioni di sicurezza - resta sprovvista dell'indispensabile documento. Negli ultimi anni, si è andati avanti con il sistema delle proroghe concesse dal Governo. Stavolta la proroga non è arrivata. Ed è bastato questo a mandare in tilt l'intera filiera istituzionale locale.
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