Covid ad Avellino, contagiata una famiglia:
positivi marito, moglie e le due bambine

Covid ad Avellino, contagiata una famiglia: positivi marito, moglie e le due bambine
di Antonello Plati
Domenica 13 Settembre 2020, 13:00
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Un altro ricovero, il nono di questa seconda ondata epidemica, nel reparto di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera Moscati.

Appena tre, dunque, i letti rimasti liberi: soltanto uno riservato ai Covid 19. Di conseguenza, la direzione strategica di Contrada Amoretta sta valutando la riapertura del Covid Hospital, allestito nella prima fase dell'emergenza sanitaria nella palazzina dedicata all'attività libero professionale (Alpi).

Sospesa l'attività dal 29 maggio scorso dopo il trasferimento in altre Unità degli ultimi pazienti covid in via di guarigione, nell'ex Alpi sono una cinquantina i posti letto a disposizione, attrezzati per la terapia intensiva e subintensiva della quale, fortunatamente, non necessita nessuno degli attuali ricoverati.

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L'ultimo, un uomo di 72 anni residente a Quindici, è arrivato ieri mattina in pronto soccorso con presenza di sintomi. Sottoposto al tampone molecolare (esito positivo) e alla Tac toracica (polmonite interstiziale), il settantaduenne è stato poi trasferito nell'Unità operativa diretta da Giuseppina Dell'Aquila. Il caso preoccupa, in quanto l'uomo avrebbe dichiarato di frequentare la Chiesa evangelica e sarebbe stato a contatto con parecchie persone negli ultimi 14 giorni (il tempo di incubazione del virus) tra le quali un medico radiologo (suo cognato) in servizio presso lo stesso ospedale: l'operatore sanitario, in attesa di essere sottoposto al tampone, è in isolamento domiciliare. Il bollettino è aggravato da altri 6 casi comunicati dall'Asl. Si tratta di un'intera famiglia di Contrada composta da due donne di 75 e 44 anni (mamma e figlia), un uomo di 43 anni e due bambine di 7 e 10 anni (6 in tutto i bambini che hanno contratto il virus in Irpina dallo scorso luglio). Positiva anche una donna residente ad Avellino (già sottoposta a test sierologico). Quest'ultima non ha a che fare con il focolaio attivo tra il capoluogo, Mercogliano e Solofra (38 contagiati) che da tre giorni non macina più numeri. Con quelli di ieri, sale a 153 il bilancio complessivo dei contagiati di questa seconda ondata epidemica (106 attivi, 46 guariti, uno deceduto). Il sindaco di Contrada, Pasquale De Santis, rassicura la popolazione: «Le persone risultate positive dice - stanno bene e non presentano sintomi, si trovano presso la propria abitazione dove osserveranno il necessario periodo di isolamento e cura fino al superamento della positività. Le stesse sono in isolamento volontario preventivo già da giovedì della settimana scorsa e non hanno avuto contatti con l'esterno. Il contagio è avvenuto per un contatto con una persona fuori dal nostro comune».
 

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Tornando al Moscati, mentre la direzione strategica si appresta a riaprire il Covid Hospital restano irrisolti i problemi del pronto soccorso: «Considerata la situazione pandemica che stiamo vivendo - spiega Michele Rosapane, segretario aziendale del Nursind - è auspicabile un incremento delle attività di pre-triage nel pronto soccorso con la finalità di intercettare pazienti asintomatici ma positivi al covid». Sempre più spesso, l'Emergenza è affollata da pazienti con gravi sintomatologie: «Dunque, abbiamo bisogno di maggiore filtraggio all'ingresso. Per fare questo bisogna incrementare il personale infermieristico che è attualmente carente. Inoltre deve esserci un potenziamento della medicina territoriale affinché pazienti con sintomi sospetti non accedano nei dipartimenti di emergenza degli ospedali». Rincara la dose il segretario provinciale del Nursind Romina Iannuzzi: «Molte criticità emerse durante i mesi più duri della pandemia non sono state mai risolte: ci riferiamo all'assistenza sul territorio ancora carente, e in alcuni casi addirittura assente, tanto da spingere le persone anche con sintomi lievi a recarsi in pronto soccorso, non potendo ricevere alcun tipo di assistenza a domicilio».

Casi che anziché essere gestiti e trattati al proprio domicilio attraverso l'Asl e le Usca finiscono per creare ulteriore sovraffollamento: «Questi stessi casi hanno talvolta impegnato anche le ambulanze del 118.
Auspichiamo che la direzione strategica del Moscati non si faccia trovare impreparata, iniziando magari a potenziare il personale infermieristico medico e ausiliario del pronto soccorso così da non rivivere quanto successo nei mesi scorsi». 

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