Coronavirus ad Ariano Irpino, finito
lo screening: scoperti altri 60 contagiati

Coronavirus ad Ariano Irpino, finito lo screening: scoperti altri 60 contagiati
di Gianluca Galasso
Giovedì 28 Maggio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 29 Maggio, 19:39
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Sessanta nuovi contagiati nella sola Ariano Irpino, la prima “zona rossa” della Campania. «Ma niente paura», dicono gli esperti. Anzi, il dato va letto in chiave positiva: si tratta solo dello 0,44% della popolazione sottoposta a screening.  I casi sono stati scovati attraverso l’imponente analisi di massa che ha coinvolto praticamente l’intera popolazione della città della provincia di Avellino. Il governatore Vincenzo De Luca è convinto che il maxi-piano organizzato dalla Regione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno farà scuola in Italia e permetterà di spegnere quel focolaio irpino. Questa attività è unica nel suo genere in tutta la penisola. I numeri lo dimostrano plasticamente: sono stati 13.444 i cittadini che si sono sottoposti volontariamente al test sierologico, su una popolazione di 17.823 residenti. In pratica, il 75% degli abitanti effettivi. Gli arianesi hanno risposto con grande senso di responsabilità all’invito delle istituzioni. Per due giorni sono stati in fila davanti alle scuole che solitamente ospitano i seggi elettorali in attesa del proprio turno per il prelievo di sangue. Le 13.444 provette sono state successivamente analizzate dai laboratori del Monaldi. È emerso che erano positivi al test sierologico 650 persone, pari al 4,83% della popolazione studiata che ha dunque sviluppato gli anticorpi. Di qui, la necessità di eseguire il tampone naso-faringeo che ha fatto venire fuori i sessanta nuovi casi positivi al Coronavirus, cioè lo 0,44% del totale della popolazione sottoposta a screening. 

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«Le positività al tampone sono state caratterizzate da viremie variabili, per la maggior parte a bassa carica virale - sottolineano dalla Regione - I cittadini risultati positivi al tampone in via precauzionale saranno messi sotto osservazione in isolamento, mentre come da protocollo saranno comunque individuati e monitorati eventuali contatti». I nuovi positivi si vanno ad aggiungere ai 223 che la comunità registra da quando è scoppiata l’emergenza, tra cui ventisei vittime. Quasi la metà dei contagi dell’Irpinia riguarda Ariano Irpino. E un’altra fetta è sicuramente legata a quel focolaio. 

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Una serie di vicende sono all’attenzione della magistratura, mentre l’Asl di Avellino e l’Unità di Crisi non hanno mai smesso di monitorare una situazione sin da subito complicata. Oltre a disporre la chiusura dei confini con l’ordinanza che imponeva la “zona rossa”, il governatore De Luca ha deciso di promuovere il piano di controllo per scongiurare altri problemi. Ieri l’annuncio che si è concluso, «il più esteso screening sierologico mai realizzato in Italia, basato su un innovativo approccio epidemiologico molecolare. Uno studio unico nel suo genere a livello nazionale per due motivi: numerosità del campione sottoposto a screening per valutazione dei contatti con Sars-Cov-2, mediante dosaggio anticorpale; per il dato epidemiologico molecolare sulla diffusione del virus in una popolazione di un comune designato tempestivamente in Campania quale zona rossa».
 


Il presidente De Luca esalta «lo straordinario investimento fatto su Ariano, perché soltanto questo screening di massa consente di spegnere per sempre il focolaio e di garantire la tutela della salute e la serenità di vita per tutta la popolazione. Va aggiunto che per l’importanza di questo test, per l’uso di tecnologie più sofisticate e per la sua dimensione di massa, è un’esperienza di grandissimo valore scientifico che sarà messa a disposizione del Paese. Metteremo altresì a disposizione di tutti una banca del siero per curare in caso di necessità nel prossimo futuro pazienti che dovessero trovarsi in condizioni gravi, anche di altri territori». 

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Per il direttore dell’Istituto Zooprofilattico, Antonio Limone, «Ariano Irpino ha avuto la possibilità di avere un’istantanea attraverso i tamponi che accertano in un determinato momento la presenza del virus. E, allo stesso tempo, di avere con lo screening un film degli anticorpi prodotti».
Questo su una popolazione importante e su uno dei territori più vasti d’Italia. «Ora costruiremo un modello unico grazie a tale attività – fa sapere Limone – Capiremo quale è stato l’andamento del virus sul territorio, la professione, l’età e il sesso dei contagiati. Un modello che contribuirà, tra l’altro, alle ricerche che stanno portando avanti il Tigem di Pozzuoli e il professore Ascierto. È stata un’esperienza pioneristica con la progettazione, l’organizzazione e la realizzazione dello studio». De Luca e Limone elogiano gli arianesi per il grande senso civico dimostrato.

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