Coronavirus ad Avellino, ad Ariano
medici in rivolta contro l'Asl: «Un disastro»

Coronavirus ad Avellino, ad Ariano medici in rivolta contro l'Asl: «Un disastro»
Venerdì 27 Marzo 2020, 08:30
4 Minuti di Lettura

IL CASO
Vincenzo Grasso
Ad Ariano è polemica continua. E adesso esplode il malessere dei primari dell'ospedale «Frangipane».
In un lungo e dettagliato rapporto, destinato a fare rumore, inviato al Presidente della Regione, al Prefetto di Avellino e alla Deputazione irpina, ma non al direttore Generale dell'Asl di Avellino Maria Morgante, senza usare mezzi termini i responsabili delle varie unità operative complesse descrivono ciò che non va, ma individuano anche ciò che va fatto, al più presto, per dare veramente una funzione al nosocomio arianese, trasformato in questi giorni in una struttura dedicata solo alla lotta al Coronavirus. Una vera e propria rivolta contro i vertici dell'Asl. «Nei giorni trascorsi - comincia l'elenco delle disfunzioni indicate dai primari - abbiamo assistito a situazioni di particolare gravità: notevole carenza di dispositivi di protezione per il personale impegnato nell'ospedale, compresi coloro che operano nelle zone ad alto rischio biologico (aree Covid-19); assenza di percorsi e protocolli diagnostico-terapeutici specifici chiaramente codificati, o al più realizzati in maniera estemporanea; assenza di una chiara strategia identificativa di potenziali portatori dell'infezione, sia fra i ricoverati apparentemente affetti da altre patologie sia soprattutto fra gli operatori sanitari; assenza di una quotidiana e capillare sanificazione ambientale e di corretta e periodica disinfezione di tutti gli ambienti interni ed esterni; assenza di formazione per tutto il personale esposto in prima linea di formazione per la corretta vestizione e svestizione dei dispositivi; assenza di contenitori biologici all'interno e all'esterno dell'ospedale per lo smaltimento di dispositivi usati infetti o potenzialmente tali; assenza di figure professionali quali uno specialista infettivologo e uno pneumologo con maturata e sicura esperienza».
Non solo. Nonostante parte del personale sia stato colpito dal Coronavirus, «ancora oggi - continuano - non si è addivenuti alla determinazione di sottoporre tutti gli operatori e i pazienti attualmente ricoverati anche per patologie no-Covid-19 all'esame del tampone nasofaringeo, al fine di isolare tutti gli eventuali portatori del virus».
I primari, in altri termini, sono preoccupati, perché alle problematiche indicate si sta rispondendo con una strategia organizzativa affidata a due colleghi: il Direttore Sanitario ad interim Angelo Frieri, e il neo Direttore di Anestesia e Rianimazione Maurizio Ferrara, giunto da pochi mesi sul Tricolle. «Allo stato attuale - dicono i primari (tra cui figura anche quello di cardiologia Gennaro Bellizzi, fino a pochi giorni fa direttore di presidio, poi revocato dalla Morgante) - non è dato assolutamente sapere quale possa essere l'assetto presente e tantomeno quello futuro dell'Ospedale e al proposito lascia francamente quantomeno sconcertati l'assenza totale del Direttore Sanitario Aziendale (Elvira Bianco, ndr), mai visto al Frangipane, sia prima che durante l'emergenza Covid-19».
Di questo passo il nosocomio rischia non potrebbe mai svolgere la funzione di Dea (dipartimento emergenza e accettazione) di primo livello. Di qui la necessità, da parte dei medici in agitazione, di indicare i punti di intervento: una robusta «iniezione di dispositivi di protezione individuale onnicomprensivi; immediata assunzione di personale medico nella misura di almeno 30 unità; immediata assunzione di almeno 70 fra infermieri ed Oss; individuare per i presìdi ospedalieri Asl un unico Pronto Soccorso, da prevedere al Frangipane, già in possesso, tra l'altro, della tenda della Protezione Civile, con attivazione, all'esterno del presidio di una strumentazione di Tac mobile, dedicata ai pazienti sospetti Covid-19; individuare nel Frangipane il Centro Covid ad alta intensità di cure da destinare oltre che nei locali della Rianimazione e altri locali destinando a tale struttura le attrezzature ad alta tecnologia, con il risultato di avere una disponibilità complessiva non inferiore a 30-35 posti. Inoltre è necessaria una immediata esecuzione dei test di screening del Coronavirus, soprattutto di quelli a risposta rapida, su tutto il personale operante nel Frangipane e sui ricoverati attuali e futuri; un laboratorio attrezzato e la riattivazione di tutti i reparti».
Sulla questione interviene anche il deputato di Forza Italia Cosimo Sibilia: «Il grido di allarme dei medici non viene raccolto da chi di competenza. Non è possibile che nell'ospedale di Ariano si lamentino gravi carenze dalla mancanza di dispositivi di protezione al personale. Chi preposto scenda dal Colle e in modo fattivo e nell'immediato dia la giusta attenzione ai problemi sollevati invece di pensare a stravolgere le normali funzionalità della rete assistenziale presente in Irpinia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA