Coronavirus ad Avellino: al Moscati
100 i posti destinati alla galassia Covid

Coronavirus ad Avellino: al Moscati 100 i posti destinati alla galassia Covid
di Antonello Plati
Martedì 31 Marzo 2020, 08:41
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Nuovi posti letto per i pazienti positivi al Covid-19. Il direttore generale dell'Azienda ospedaliera «Moscati», Renato Pizzuti, ha disposto ieri l'accorpamento dei reparti di Neurochirurgia e Neurologia, destinando altre 10 degenze ai contagiati.
Dunque, complessivamente sono circa 100 i posti adesso a disposizione con la città ospedaliera di Avellino seconda solo al «Cotugno» di Napoli (che però è un polo specializzato nelle malattie infettive). L'ultima disposizione del direttore dovrebbe evitare i disagi registrati tra venerdì e domenica con i casi sospetti costretti in pronto soccorso anche per 48 ore. «In questo momento, non c'è carenza di posti letto per i Covid-19», dice Pizzuti. «L'afflusso in pronto soccorso non è consistente, ma rientra nei canoni di quella che può essere definita normalità in una situazione di emergenza». Inoltre, «non abbiamo mai interrotto l'accettazione delle ambulanze. L'altra sera ne è arrivata una dalla provincia di Caserta, da Mondragone per la precisione, perché erano chiusi in concomitanza sia il pronto soccorso del Cotugno sia quello di Nola» (per consentire la sanificazione degli ambienti, ndr). Ed è stata accolta senza problemi a Contrada Amoretta.

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«Adesso prosegue il manager dopo l'accorpamento di Neurochirurgia e Neurologia, destinando il primo reparto ai Covid-19, il nostro obiettivo è quello di ampliare ancora il numero di posto letto. Tra l'altro, abbiamo trasferito anche una ventina di no-Covid al Landolfi di Solofra, liberando altri letti per l'emergenza coronavirus. Adesso ne abbiamo 100, ma se all'improvviso dovessero diventare il doppio è chiaro che rischieremmo di fare la fine della Lombardia». Tuttavia, «in questo momento, per accoglienza dei contagiati siamo secondi solo al Cotugno: il nostro sforzo, dunque, non ha eguali se si considera che l'ospedale napoletano è un polo specialistico». Uno sforzo condizionato dal focolaio di Ariano Irpino: «Se non si fosse verificato, avremmo avuto molta meno affluenza».
Intanto, si continua a lavorare per l'allestimento della palazzina Alpi che diventerà un'unità Covid-19: «Oggi saranno consegnati altri 3 ventilatori, ce li manda la Protezione civile. Con questi siamo a 9 in totale, ne servirebbero una trentina ma non possiamo aspettare: pensiamo di partire, entro il 10 aprile, con quello che abbiamo». In soccorso, pure le cliniche private dopo l'accordo siglato con la Regione. Pizzuti non scarta l'ipotesi: «C'è la possibilità di trasferire sia alla Santa Rita di Atripalda sia a Villa Maria di Mirabella Eclano quei pazienti Covid-19 che sono guariti, ma risultano ancora positivi al tampone. Già da domani potrebbero andare altrove».
Non mancano, però, le criticità come sostengono da giorni le organizzazioni sindacali. E hanno a che fare con la carenza di dispositivi di protezione individuale (Dpi) e di farmaci antivirali, ma anche con alcune falle nei percorsi protetti. Pizzuti replica: «La questione dei Dpi è quella più critica: c'è stato un rifornimento, ma adesso l'auspicio è che questi flussi diventino regolari». Mentre, «la carenza di farmaci antivirali è condivisa da tutti gli ospedali italiani. Al Moscati ci sono, ma l'approvvigionamento è difficile». Quindi sono distribuiti con parsimonia: «Sì, ma è bene ricordare che si tratta di farmaci che non hanno sperimentazione clinica che ne provi l'efficacia».
E sui percorsi: «L'ufficio tecnico li rimodulerà. Gli spazi in pronto soccorso ci sono, ma c'è stata un'inversione dei codici in entrata ed è quindi necessaria una rimodulazione». Invece, nei reparti destinati ai Covid-19, dove gli operatori pure lamentano l'assenza di percorsi dedicati, «sono attivi i protocolli definiti dalla della direzione sanitaria che prevedono che dal pronto soccorso si arrivi in reparto in modo protetto».
Infine, rivolto ai cittadini il direttore generale ricorda: «Tutti devono sapere che l'ospedale di Avellino continua a funzionare per tutto quello che non è Covid-19: qui si continua a nascere e si continuano a eseguire interventi chirurgici. Ovviamente con ritmo inferiore, privilegiando l'urgenza indifferibile e l'emergenza. Ma il cittadino deve sapere che se ha un problema, l'ospedale c'è».
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