Coronavirus, studente cinese aggredito
ad Avellino: la verità affidata ai filmati

Coronavirus, studente cinese aggredito ad Avellino: la verità affidata ai filmati
di Gianluca Galasso
Domenica 9 Febbraio 2020, 10:00 - Ultimo agg. 14:26
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La città è scossa. I carabinieri stanno lavorando per chiarire ogni aspetto dell'aggressione ai danni di uno studente cinese di 23 anni del Conservatorio di Avellino.

«Coronavirus, torna a casa tua»: le offese rivolte al ragazzo da un gruppo di giovani prima che gli fosse sferrato un pugno all'addome. Una punizione per pagare la sua provenienza dal paese focolaio della nuova influenza. Gli uomini dell'Arma hanno ascoltato altri allievi cinesi del Cimarosa, compagni di classe della presunta vittima. Poi toccherà al diretto interessato e alla sua amica 24enne, Young Xin Liu, che ha denunciato in tv il fatto. Episodio che sarebbe avvenuto nel centro del capoluogo, tra il Corso e piazza Libertà.

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Il 23enne è arrivato in Irpinia da sei mesi per una laurea di secondo livello in Canto lirico. Ha un regolare permesso di soggiorno e abita in un appartamento della città insieme ad altri giovani connazionali. È ancora sconvolto per l'accaduto. Le indagini, che sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, puntano a chiarire innanzitutto la veridicità dei fatti e, quindi, a risalire all'identità dei presunti aggressori. Insieme alla raccolta di informazioni, si procederà anche all'acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza che si trovano lungo corso Vittorio Emanuele e in piazza Libertà.

Gli occhi elettronici potrebbero aver immortalato l'aggressione che Young Xin Liu ha raccontato durante la puntata di Raid su PrimaTivvù. Carabinieri e Digos hanno avuto un lungo colloquio con il presidente del Conservatorio, Luca Cipriano, che ha presentato formale denuncia. Fino all'annuncio in televisione da parte della 24enne, l'episodio non era venuto fuori. I fatti, in base a quanto ha fatto sapere la giovane cinese, risalgono al 30 gennaio scorso. Di pomeriggio l'aggressione. «Coronavirus, torna in Cina», «Non infettarci», poi altre offese e un pugno sferrato all'addome del 23enne, fuggito subito a casa per lo spavento. Forse un gruppo di ventenni si sarebbe reso protagonista degli insulti e delle botte. Insulti che qualcuno avrebbe proferito anche all'indirizzo di altri connazionali studenti del Cimarosa, secondo sempre il racconto di Young Xin Liu, da quando l'incubo della nuova influenza ha investito l'intero pianeta. L'unica colpa di questi ragazzi provenienti dalla Repubblica Popolare è quella di essere originari del paese-focolaio del virus.
 

Ad Avellino c'è comunque incredulità. Vicende di intolleranza, casi di discriminazioni non sono stati mai registrati finora. Lo ricorda lo stesso Cipriano, che evidenzia il percorso avviato da tempo dal Conservatorio: «Da circa dieci anni è attivo il progetto Turandot, che vede ogni anno la presenza di circa cento studenti di nazionalità cinese qui ad Avellino. Mai si era verificato un episodio del genere e la città da sempre ha accolto con benevolenza i nostri studenti. Un episodio che stride con lo spirito di accoglienza riservato a questi giovani». Da Rifondazione Comunista «ferma e indignata solidarietà». Il segretario provinciale, Tony Della Pia, invita a riflettere sul fatto che «i presunti aggressori sono ragazzi come le vittime. Questo fatto dimostra che nell'ignoranza fermenta l'intolleranza». E ancora: «La scuola, le istituzioni, le forze politiche e sociali democratiche hanno la responsabilità di fermare il delirio. Le ragazze e i ragazzi che rappresentano il futuro debbono reagire con intelligenza, dialogando, studiando la storia, contaminandosi, cercando di capire come costruire il mondo nuovo esaminando gli errori del passato per non ripeterli».

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Per Emilia Noviello invece, referente provinciale di Libera, «la nostra città sta attraversando un periodo veramente sconcertante - dice anche riferendosi all'inchiesta sul Nuovo Clan Partenio e agli altri arresti - L'altro per alcuni non è nostro fratello, non è un nostro compagno. L'altro è sempre qualcuno da aggredire».
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