Rivelazioni del «corvo» ad Avellino,
la Guardia di Finanza ritorna in Municipio

Rivelazioni del «corvo» ad Avellino, la Guardia di Finanza ritorna in Municipio
di Flavio Coppola
Martedì 11 Maggio 2021, 12:30
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Ieri è toccata al dirigente Luigi Cicalese. A Piazza del Popolo continua l'indagine della Guardia di Finanza scaturita dagli esposti anonimi del «Corvo». Fiamme gialle in Comune a metà mattinata nella stanza del responsabile del settore Lavori pubblici. I finanzieri avrebbero visionato documenti e richiesto ulteriori delucidazioni rispetto alle 38 segnalazioni che, lo scorso 14 gennaio, erano state messe nero su bianco da quella che a tutti gli effetti era sembrata una gola profonda interna al Comune. Atti che furono inviati per conoscenza anche alle opposizioni, e segnatamente alla commissione Trasparenza. Le minoranze fecero proprie quelle denunce, controfirmandole in un ulteriore invio alla Procura. E gli inquirenti non sono rimasti a guardare. Ieri il nuovo blitz. Gran parte delle presunte irregolarità amministrative segnalate dal «Corvo» riguardano proprio il settore dei Lavori pubblici: dagli affidamenti con il regime dell'urgenza per il ripristino della viabilità di Cupa Muti, agli interventi appaltati per il rifacimento del manto stradale; dai lavori al «Samantha della Porta» o sulle scuole, e per la riqualificazione dell'ex Convento di San Generoso. Trentotto affidamenti che, sommati uno all'altro, valgono milioni di euro. E per i quali venivano contestate diverse e pesanti irregolarità: dal mancato inserimento nel piano triennale delle opere pubbliche, all'approvazione di esecutivi fantasma, cioè privi degli allegati, fino allo spacchettamento sistematico degli affidamenti, cosicché risultassero appena sotto la soglia necessaria per la gara.

Nel caso degli appalti sulle strutture culturali, il «Corvo» aveva posto l'accento pure sull'assenza dei pareri obbligatori della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici.

Accuse pesanti, tra forzature e favoritismi, che i finanzieri stanno verificando meticolosamente. Per la propria parte, Cicalese avrebbe fornito tutti i chiarimenti necessari. Prima di fare altrettanto nell'ambito della commissione Trasparenza, su un tema ugualmente spinoso e anche qui oggetto di un'indagine da parte della Procura - quale l'alienazione dell'ex «Asilo Patria e Lavoro». Ma le denunce toccavano anche molti altri settori amministrativi, in particolare il Verde pubblico e l'Ambiente. Per questo, le Fiamme Gialle stanno sentendo ad uno ad uno tutti i dirigenti di Palazzo di Città. Dopo un lungo interrogatorio con il nuovo dirigente a tempo determinato, Gaetano D'Agostino, avevano cercato il Ragioniere capo dell'ente, Gianluigi Marotta, che attualmente risulta in malattia. E ieri, il tour è proseguito al terzo piano. L'indagine, dunque, sta entrando decisamente nel vivo e potrebbe riservare colpi di scena. Nonostante il sindaco Festa, all'epoca delle denunce anonime, avesse derubricato tutto come il canto di un «pappagallo» che si era semplicemente rifatto a quanto viene pubblicato ogni giorno sull'albo pretorio del Comune.

In realtà, Palazzo di Città si trova nel fuoco incrociato di diverse indagini, frutto di vari esposti su argomenti diversi. C'è il filone ambientale legato all'emergenza smog. C'è l'indagine sulla diserzione della maggioranza nelle riunioni della commissione Trasparenza, e c'è la vendita dell'ex «Asilo Patria e Lavoro». Proprio Cicalese, ieri, ha risposto sul punto alle insidiose domande della seconda commissione consiliare. Il presidente Ettore Iacovacci (PD) e il capogruppo di «La Svolta», Dino Preziosi, non mollano la presa. Dopo aver inviato un esposto in Procura firmato dall'intera opposizione per contestare il prezzo a base d'asta (480.000) euro, e la stessa alienabilità del bene, hanno prodotto nelle scorse settimane un'integrazione per i magistrati. Cicalese, che ha già risposto per iscritto ai rilievi, ha riferito di aver inviato la sua relazione in Procura. Il bene, nel frattempo, è stato definitivamente aggiudicato all'Ordine dei medici, per 485.000 euro, dal settore Patrimonio. Per Dino Preziosi, non è stata una mossa saggia: «Meglio avrebbe fatto l'amministrazione a sospendere la procedura fino alla fine delle indagini. A questo punto, le ipotesi di reato su cui si indaga si sono anche concretizzate». Il clima in Comune, insomma, resta pesante. Maggioranza e opposizione hanno smesso di dialogare da tempo. Si procede per esposti in Procura. 

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