Covid in Irpinia, ritorno tra i banchi
in ordine sparso: genitori in allarme

Covid in Irpinia, ritorno tra i banchi in ordine sparso: genitori in allarme
di Alessandro Calabrese
Venerdì 27 Novembre 2020, 09:11 - Ultimo agg. 22 Marzo, 13:54
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Il 30 novembre si avvicina e con esso la ripresa in Campania delle attività didattiche in presenza anche per gli alunni delle altre classi delle elementari e della prima media. Ma in Irpinia l'orientamento di sindaci, sindacati e una larga fetta di genitori resta ancorato alla prudenza.

Del resto, proprio seguendo alla lettera la nuova ordinanza del governatore De Luca, la stragrande maggioranza dei primi cittadini ha scelto autonomamente di non riaprire le scuole alla didattica in presenza, proseguendo una fase di studio e accertamento.

In attesa di avere anche un dato significativo, per singolo comune, dallo screening scolastico in corso.

Così, se Avellino, Atripalda, Ariano, Cassano, Gesualdo, Sant'Angelo dei Lombardi, Montella, Vallata, i centri della Valle Caudina, Moschiano, Taurano e Sturno saranno chiamati entro domenica a decidere se prolungare o meno la dad, dando corso alla propria ordinanza sindacale o modificandola, altri hanno già stabilito da tempo che l'eventuale riapertura avvenga tra il 3 e il 9 dicembre. Non prima. 

Decisioni, naturalmente, tutte da confermare in base all'andamento epidemiologico. E così se a Contrada, Bagnoli Irpino, e pochissimi altri comuni, le lezioni per scuola dell'infanzia e prime elementari sono già iniziate ma con una partecipazione altalenante, nel Baianese, in moltissimi comuni altirpini, così come a Monteforte, Grottaminarda e Solofra si vedrà giovedì prossimo. Mentre nel Serinese, a Mercogliano e Montoro il giorno seguente. E in altri centri come Altavilla, Lauro, Lioni e Mirabella si aspetterà la fine del ponte dell'Immacolata. «Sono molto preoccupata dice la segretaria della Flc Cgil Avellino, Erika Picariello visto l'orientamento a livello nazionale sull'apertura anche delle superiori. Noi abbiamo sempre posto come priorità il ritorno alle lezioni in classe ma in un contesto di assoluta sicurezza per studenti e lavoratori. E guardando la Campania, e segnatamente all'Irpinia, ci sono diversi punti dolenti: lo screening della Regione, la non periodicità dei test e il sistema dei trasporti pubblici. In Irpinia quest'ultimo è già collassato la prima volta e per le superiori era attiva la didattica mista integrata. Da allora non è cambiato niente. La verità è che per evitare assembramenti sui bus servono più mezzi e l'obbligo di mantenere una capienza ancora più ridotta. Su tutto ciò è venuta meno la classe politica, incapace di pianificare». Anche ora, De Luca apre e i sindaci chiudono: e ciò porta all'incertezza. Spero che in caso di riapertura anche per gli istituti superiori il prefetto ci convochi. Il ritorno in classe non può esaurirsi ad una petizione di principio». Tra i casi più emblematici della divergenza di opinioni ci sono i genitori dell'Istituto Perna-Alighieri. 

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Qui, dove ha avuto origine il comitato Riapriamo la Scuola Avellino, poi allargatosi alle mamme e ai papà di altri plessi cittadini e provinciali, c'è anche un vastissimo gruppo di contrari ad un ritorno in aula in questa fase. Tra questi ultimi, addirittura, i genitori di due classi delle elementari, le seconde A e B, hanno già annunciato al preside Attilio Lieto di essere intenzionati a non mandare i propri figli a scuola e hanno scritto un'accorata lettera al sindaco.

Le perplessità sono legate ai tempi, visto che la sospensione delle attività didattiche in presenza è stata stabilita quando in Campania si registravano circa 1200 contagi giornalieri mentre oggi sono oltre 3000. «Da quel momento, i bambini si legge nella missiva - sono stati di nuovo catapultati nella tristezza della didattica a distanza, perché la Dad non è scuola. Dopo un mese è stato raggiunto faticosamente un equilibrio e proprio ora, con più del doppio dei contagi giornalieri di ottobre, e a 20 giorni dalle vacanze natalizie, si prospetta la riapertura». Consequenziali le domande retoriche rivolte a Festa: «Crede davvero che la situazione epidemiologica in città sia chiara e sotto controllo tanto da riaprire prima delle festività? Cosa sarà del Natale se la curva dei contagi dovesse risalire?». Così come l'istanza: «Chiediamo di prolungare la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 7 gennaio».
 

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