Covid ad Avellino, il Comune cerca
strutture per i familiari dei positivi

Covid ad Avellino, il Comune cerca strutture per i familiari dei positivi
Giovedì 19 Novembre 2020, 08:37 - Ultimo agg. 22 Marzo, 12:25
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Il Comune di Avellino cerca ufficialmente stanze per il suo Covid hotel. Ma con una novità sostanziale rispetto a quanto ipotizzato dal sindaco, Gianluca Festa, nelle scorse settimane: l'iniziativa servirà per isolare solo i familiari dei positivi. Non i contagiati asintomatici o paucisintomatici. La manifestazione di interesse è comparsa ieri sul sito istituzionale dell'ente. E parla chiaro: «L'amministrazione comunale di Avellino, visto l'andamento dell'epidemia Covid-19, che è in costante e marcato aumento si legge nella nota - intende effettuare un' indagine finalizzata al reperimento da parte di enti e soggetti diversi, titolari in proprietà o gestione di strutture ricettive alloggiative alberghiere o alberghi diffusi, da destinare ai familiari delle persone contagiate, laddove l'alloggio, di residenza o domicilio, non fornisca condizioni adeguate a consentire un corretto isolamento in sicurezza, per ridurre il rischio di diffusione dell'epidemia in contesti familiari, in situazioni abitative collettive o non idonee». Un bando, dunque, per persone non affette dal Covid.

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La circostanza non appare secondaria, dal momento che in questo modo potrebbe venir meno la necessità di reclutare infermieri e medici per l'assistenza alle persone ospitate nelle strutture. Dunque, in caso di adesioni all'avviso esplorativo, il Comune non avrebbe bisogno di quell'intesa con l'Asl che finora non è mai riuscito ad ottenere. E che non c'è tuttora. L'Azienda sanitaria chiarisce, infatti, di non saperne nulla. In merito, la linea dell'amministrazione è nota. Circa il 90 per cento dei contagiati di Avellino viene curato all'interno della propria abitazione.

E la stragrande maggioranza dei contagi avviene dunque tra le mura domestiche. Quindi, interrompendo questa trasmissione è il ragionamento del sindaco si può provare a giocare d'anticipo sul Covid. Nella manifestazione di interessi, l'ente sottolinea comunque la possibilità di «non dar seguito all'iniziativa, senza nulla corrispondere ai soggetti proponenti a titolo di indennizzo, risarcimento o rimborso spese per la disponibilità manifestata». Il Comune potrà anche «non accogliere alcuna proposta presentata, qualora ritenesse gli alloggi messi temporaneamente a disposizione, non idonei».

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E questo varrà anche per i privati che si faranno avanti. Ma il Comune ci prova. I privati potranno aderire rispondendo telefonicamente o alla Posta elettronica certificata dell'ente. Non è indicato un termine per la partecipazione. Se ne saprà di più nei prossimi giorni. Intanto, ieri pomeriggio, è ripartita l'operazione di screening avviata dal Comune con i tamponi rapidi antigenici a Campo Genova. I camici bianchi e i volontari hanno somministrato il test nasofaringeo a 51 soggetti, per la stragrande maggioranza dipendenti di Piazza del Popolo. Anche stavolta, tutti negativi. Intanto, l'operazione «Campo Genova bis» si sta consolidando. In mattinata, di fronte alle due tende allestite nelle settimane precedenti per i drive in test dell'Asl, ne sono state montate altre due, sempre grazie all'apporto dell'Esercito. In queste due strutture, opereranno i volontari dell'operazione targata Comune-Ordine dei Medici. Considerata la richiesta di prestazioni da parte dei privati cittadini, è stato pure individuato un indirizzo e mail dedicato per mezzo dei quale i medici potranno indirizzare a Campo Genova le prenotazioni. Si proseguirà secondo quanto si apprende - oggi pomeriggi e venerdì mattina. Ancora con i dipendenti comunali e poi, via via, con le fasce considerate a rischio contagio nell'ambito del protocollo di intesa tra Comune e camici bianchi: su tutti, i dipendenti degli esercizi commerciali rimasti aperti. A disposizione dell'amministrazione ci sono 10.000 tamponi. Nelle intenzioni del primo cittadino, Gianluca Festa, in due mesi potrebbe essere scrinata l'intera popolazione. Obiettivo decisamente ambizioso, e che richiederebbe l'acquisto di ulteriori dispositivi. Costoso, pure considerato che l'ente dovrà sobbarcarsi anche i costi ulteriori degli eventuali tamponi molecolari, presso il laboratori privato incaricato, per la diagnosi dei positivi.
 

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