«Contagi in corsia al Moscati
di Avellino, pronti a chiarire»

«Contagi in corsia al Moscati di Avellino, pronti a chiarire»
di Antonello Plati
Sabato 19 Febbraio 2022, 08:24 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 10:32
3 Minuti di Lettura

«Le condizioni di sicurezza all'interno dell'Azienda ospedaliera Moscati hanno raggiunto un livello quasi ottimale».

Nonostante l'escalation di contagi da Covid-19 tra il personale e i degenti ricoverati nei reparti ordinari (5 purtroppo sono deceduti), il direttore sanitario della città ospedaliera di Avellino, Rosario Lanzetta, predica ottimismo. «È la variante Omicron che è dilagante», dice il manager a Telenostra. «Noi abbiamo fatto tutto quanto è nelle nostre possibilità per rendere la struttura quanto più sicura possibile». Qualcosa, però, non sta andando per il verso giusto. Infatti, quasi 100 tra operatori sanitari e impiegati amministrativi sono a casa in isolamento dopo aver contratto il Covid. E, cosa ancora più preoccupante, il virus corre velocissimo in corsia. Nei reparti ordinari, dove sono ricoverate persone che sono state ammesse soltanto dopo l'esito negativo di un tampone molecolare, si sono registrati nelle ultime tre settimane 27 contagi. In cinque, purtroppo, non ce l'hanno fatta.

L'ultimo, giovedì, un uomo di 81 anni originario di Teora che era ricoverato dal 18 gennaio scorso prima nel reparto di Medicina interna poi, dopo il contagio, trasferito in area covid. È il quinto decesso in due settimane: tutte persone che erano arrivate a Contrada Amoretta per sottoporsi a cure specialistiche e che hanno contratto l'infezione in corsia.

A trasmettere loro il virus sono stati, molto probabilmente, gli operatori sanitari che sono gli unici, in questo momento, che possono avere contatti con i degenti (fino alla fine del mese sono vietate le visite dei parenti).

Video

Martedì altri due decessi: Carmine Di Giorgio, 82enne ex fascia tricolore di Carife e padre dell'attuale vice sindaco Margherita, malato oncologico che era ricoverato in Ematologia. Poi una donna di 77 anni di Monteforte Irpino, che aveva contratto il Covid-19 durante la degenza in Chirurgia d'Urgenza. Le altre vittime sono una 87enne di Atripalda (morta il 29 gennaio) e una 82enne di Lauro (il 6 febbraio). Entrambe si erano infettate nell'Unità operativa di Medicina interna. In tutto, fino a questo momento, sono 7 i reparti coinvolti: Chirurgia (con 3 contagiati e un decesso), Chirurgia oncologica (6 contagiati), Ematologia (6 contagiati e un decesso), Medicina interna (8, 3 decessi), Oncologia (1), Ortopedia (2) e Urologia (1).

Questo il quadro. Per Lanzetta, però, niente di preoccupante. «I 5 morti dice avevano patologie pregresse. Sono morti con il Covid non per Covid. La federazione italiana delle aziende ospedaliere segnala che il 34 per cento di pazienti ricoverati per patologie diverse dal Covid è anche positivo. E con Omicronla la diffusione del virus è aumentata. Proprio in base a questi dati, abbiamo riorganizzato l'area covid dell'Azienda ospedaliera Moscati».
Eppure qualcosa continua a non funzionare. Circostanza che ha fatto scattare una serie di accertamenti da parte della Procura. Un'attività di routine sull'emergenza pandemica. Un'anomalia, 5 morti di Covid tra i ricoverati in reparti ordinari, che merita secondo i magistrati un approfondimento. Non è stato aperto nessun fascicolo, l'ipotesi di reato è ancora da approfondire. «C'è massima disponibilità nei confronti dell'autorità giudiziaria», conclude Lanzetta, «siamo pronti a fornire protocolli e cartelle cliniche».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA