Covid in Irpinia, fiammata del virus:
scoperti 31 casi, ricoverata una suora

Covid in Irpinia, fiammata del virus: scoperti 31 casi, ricoverata una suora
di Gianluca Galasso
Sabato 30 Ottobre 2021, 08:22 - Ultimo agg. 2 Novembre, 19:16
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Altra fiammata del virus, che fa schizzare in alto l'indice di positività. L'ultimo bollettino dell'Asl riporta 31 nuovi casi di Covid-19 su 656 tamponi analizzati. Questo significa che il tasso d'incidenza è al 4,73%. Due punti percentuali in più rispetto al trend regionale di ieri e altrettanti nel confronto con il dato provinciale delle 24 ore precedenti, quando il rapporto tra test esaminati e infetti scovati era al 2,78%. Il numero più alto di contagi si registra a Cervinara, ma è l'intera Valle Caudina a far segnare i numeri più importanti di casi comunicati dall'Azienda sanitaria nel report di ieri. In questa zona della provincia si contano, complessivamente nelle ultime 24 ore, 13 positivi. Il dettaglio della comunicazione Asl restituisce 2 residenti infetti ad Avella, 4 ad Avellino (ancora cifre in salita per il capoluogo, tendenza che va avanti da qualche giorno), 3 a Baiano, 8 a Cervinara, 1 a Mercogliano, 1 a Montefredane, 4 a Rotondi, 1 a San Martino Valle Caudina, 1 a Sant'Angelo dei Lombardi, 4 a Solofra, 1 a Sperone e 1 a Summonte. La seconda parte di ottobre sta facendo riemergere le preoccupazioni dei mesi scorsi. In nove giorni la provincia ha dovuto contabilizzare 123 nuovi casi di Covid-19. La diffusione a questo ritmo s'è avuta solo per un breve periodo ad agosto. Poi bisogna fare un salto indietro ai primi mesi della primavera per ritrovare numeri a doppia cifra come quelli di questi giorni e tassi d'incidenza alle attuali percentuali.

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L'unico dato confortante è relativo ai ricoveri ospedalieri. I pazienti sono in totale otto e si trovano tutti nell'area Covid dell'unità operativa di Malattie Infettive dell'azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Tra loro una suora 84enne dell'istituto di corso Europa che è ricoverata da una settimana. Restano, fortunatamente, ancora vuoti i posti letto dedicati al Frangipane di Ariano Irpino.

Insomma, il vaccino sta dando una grossa mano a fermare malattie severe e ospedalizzazioni.

Nella giornata dell'altro ieri, le iniezioni del siero antivirus hanno fatto registrare un calo nell'ordine di 200 somministrazioni nel confronto con il giorno precedente. Presso i centri della provincia sono state somministrate 1.081 dosi di vaccino così suddivise: 36 a Monteforte Irpino, 144 a Mirabella Eclano, 36 presso il presidio ospedaliero di Ariano Irpino, 204 presso il Centro Vaccinale di Avellino, 53 a Montoro, 106 a Atripalda, 61 a Moschiano, 56 a Cervinara, 95 a Montefalcione, 74 a Grottaminarda, 48 a Bisaccia, 52 a Lioni, 12 a domicilio e 104 presso residenze sanitarie.

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In questo bilancio figurano sia prime dosi, sia terze dosi per operatori sanitari, anziani e fragili. Da oggi e fino a lunedì stop alle somministrazioni dei vaccini. Le attività nei centri riprenderanno nella giornata di martedì.
L'Asl ha informato i sindaci dei comuni interessati. Poi si ricomincerà in base ai calendari prestabiliti. E continuerà la rincorsa alla quota di non vaccinati. Ieri c'è stato un altro Open Day per incentivare gli indecisi a sottoporsi all'iniezione del siero. Oltre a garantire la somministrazione delle seconde dosi in base al calendario delle convocazioni ordinarie, gli hub sono rimasti aperti dalle 8 alle 14 a tutti i cittadini, a partire dai 12 anni, senza prenotazione, per la somministrazione della prima. Si va avanti a ritmo serrato anche con il cosiddetto booster: dal 20 settembre sono state inoculate oltre 10mila terze dosi.

L'avvio è stato in sordina, poi c'è stata un'accelerazione e le iniezioni sono aumentate quotidianamente. I primi chiamati all'appello sono stati i cittadini che hanno subito trapianti, quelli che sono in chemioterapia e i malati di Aids (per loro dose addizionale a 28 giorni dalla seconda). Poi è stato il turno degli operatori sanitari e degli ultraottantenni (per loro la dose booster ad almeno sei mesi dalla seconda). Successivamente, toccherà a una platea più ampia che è quella dei cittadini dai 60 ai 79 anni. A seguire ci saranno tutti gli altri per potenziare la risposta immunitaria che inizia a scendere dopo 6/9 mesi dalla somministrazione della seconda dose. Insomma, un'altra cosa per rendere più robusta l'immunizzazione.

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