Sono dieci i positivi al Covid-19 finora riscontrati al Centro Althea di Avellino.
Nella struttura per anziani di contrada San Tommaso sono risultati contagiati degenti e operatori. In particolare, sono quattro gli addetti, tra cui un amministrativo, e sei gli ospiti che nel corso degli screening interni sono risultati aggrediti dal nuovo Coronavirus. Per alcuni di loro è stato disposto il trasferimento al pronto soccorso dell'ospedale Moscati di Avellino per gli opportuni approfondimenti diagnostici e per un monitoraggio temporaneo delle loro condizioni di salute. E ciò a seguito di problemi respiratori.
Il direttore sanitario della struttura, Antonello Cerrato, ha sottolineato che la situazione è costantemente monitorata.
Ma l'attività di verifica non si ferma. Nel frattempo, i reparti sono stati divisi in due aree, una riservata alle persone alle prese con il virus e l'altra ai non covid. Si evitano, così, possibili contatti tra gli ospiti e si cerca di arginare la diffusione. Gli operatori sanitari che lavorano nel Centro Althea ogni 48 ore vengono sottoposti a tampone di controllo e sono muniti di tutti i dispositivi di sicurezza. «I familiari possono stare tranquilli. Gli ospiti stanno bene e siamo in stretto contatto con Asl e ospedale Moscati», assicura ancora il direttore sanitario Antonello Cerrato.
Per ora non sono consentite le visite, proprio per scongiurare ulteriori problemi. I parenti dei degenti in questi giorni non hanno nascosto le proprie preoccupazioni per le notizie che giungevano dalla struttura di contrada San Tommaso, relativamente alle prime due positività riscontrate tra gli anziani che risiedono nel centro avellinese. Poi sono arrivate le rassicurazioni della direzione sanitaria, che ha spiegato anche tutte le procedure attivate.
Il virus torna, dunque, nelle strutture sanitarie e residenziali dell'Irpinia, nonostante tutti gli accorgimenti che vengono adottati proprio a fronte delle situazioni venutesi a creare nel 2020. Protocolli rigidi per evitare ogni pericolo. Ma il rischio zero non esiste. Lo tsunami di contagi sta travolgendo tutte le comunità del territorio, senza risparmiare attività specifiche di assistenza anche se superprotette. Gli addetti ai lavori hanno alzato le barriere.