Covid ad Avellino, ricoveri in aumento:
c'è anche un quindicenne in ospedale

Covid ad Avellino, ricoveri in aumento: c'è anche un quindicenne in ospedale
di Antonello Plati
Martedì 20 Ottobre 2020, 08:46 - Ultimo agg. 20:32
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Un ragazzo di appena 15 anni di Avellino è stato ricoverato ieri sera nel Covid Hospital del Moscati. L'adolescente, già positivo al Coronavirus da alcuni giorni (positivo il suo intero nucleo familiare), è stato trasportato nel pomeriggio al pronto soccorso da un'ambulanza del 118: l'aggravarsi della sintomatologia constatata dai sanitari ha determinato il ricovero nella struttura dedicata ai contagiati.

Nella stessa giornata, altre due persone erano entrate nel Covid Hospital. Entrambi uomini di giovane età. Infatti, il primo ha 39 anni, residente a Baiano, l'altro di 35 è di San Vitaliano, in provincia di Napoli.

Ad aggravare il quadro, il trasferimento in terapia intensiva di un 76enne di Sperone: è il terzo a essere intubato nel giro di una settimana. In questo momento sono 47 i contagiati ricoverati nella città ospedaliera, di questi 39 nel Covid Hospital (dove restano solo 10 posti disponibili) e 8 nel reparto di Malattie infettive.

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Proprio qui si registrano dei problemi con lo screening del personale. Il segretario territoriale del Nursind Romina Iannuzzi denuncia una disparità di trattamento: «Il personale infermieristico e sociosanitario di Malattie infettive non eseguirebbe i tamponi molecolari dallo scorso mese di luglio e da ottobre agli stessi sono effettuati dei tamponi rapidi antigenici. Ciò mentre ai dirigenti medici della stessa Unità operativa sono eseguiti i tamponi molecolari con cadenza di almeno un test al mese». Inoltre «ad alcuni infermieri dello stesso reparto, che nelle scorse settimane hanno avuto un contatto stretto con un paziente poi risultato positivo al Covid-19, non è stato eseguito il tampone molecolare ma bensì quello rapido antigenico oltre che essere lasciati senza adeguati dispositivi di protezione (Dpi) in dotazione. Al personale sanitario di Oncologia e di Ginecologia, invece, per la medesima circostanza, è stato effettuato tampone molecolare».

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Non solo Malattie infettive. Problemi anche all'Unità fegato dove dopo il contagio di un infermiere è risultato positivo al nuovo Coronavirus anche un degente, originario di Palma Campania, che, in dimissione, è stato affidato all'Asl di competenza ed è adesso è in isolamento domiciliare.

Nelle prossime ore la direzione strategica del Moscati ufficializzerà la decisione di convertire in Covid Hospital il plesso Landolfi di Solofra. Al provvedimento si oppongono i sindaci di Montoro, Girolamo Giaquinto, Serino, Vito Pelosi, e Solofra, Michele Vignola. I tre, per scongiurare l'ipotesi che comporterebbe l'interruzione di diverse attività (Medicina e Chirurigia, Ortopedia, Ginecologia e Pediatria), hanno chiesto la mediazione del prefetto Paola Spena. Domani mattina alle 12,30 il vertice al quale parteciperanno anche il direttore generale del Moscati Renato Pizzuti e quello sanitario Rosario Lanzetta.

Rispetto all'attivazione di questi nuovi posti letto Covid (che sono 54 in tutto tra Moscati e Landolfi, utili a raggiungere quota 103 come disposto dalla Regione), Licia Morsa, segretario generale della Funzione pubblica Cgil, mette in evidenza alcuni aspetti: «Si è scatenata una bagarre su dove e come sistemare questi posti letto. Sono arrivati altri soldi, ma rimane il fatto che gran parte del personale impiegato è a tempo determinato, utilizzato e spostato come pedine su una scacchiera senza logica. Dopo l'emergenza probabilmente sarà congedato con onore e chissà se si vedranno mai i concorsi banditi completati. Non servono solo infermieri, ma anche e soprattutto operatori sociosanitari (Oss)». Insomma, la situazione non è delle migliori: «In questo momento all'Asl con attuali zero posti Covid (dovrebbero attivarne 58), stanno cercando il modo di recuperarli. Vedremo, tuttavia, se a Sant'Angelo dei Lombardi oltre alla cardiologia aprirà pure la terapia intensiva e se il Frangipane si trasformerà di nuovo in Covid Hospital. Al Moscati, invece, c'è l'intenzione, data per certa della direzione strategica, di trasformare il Landolfi in Covid». Sulla questione la Fp Cgil continuerà a mantenere alta l'attenzione: «È una decisione che ci può anche stare. Quello che ci preoccupa, però, è che sembra che le cose succedano all'improvviso e senza la possibilità di organizzare e governare i processi. Abbiamo la sindrome dell'emergenza o forse la sanità e i suoi servizi vivono in funzione di interessi e logiche?».

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