Covid ad Avellino, caos tamponi
tra ritardi e convocazioni bizzarre

Covid ad Avellino, caos tamponi tra ritardi e convocazioni bizzarre
di Riccardo Cannavale
Venerdì 20 Novembre 2020, 08:39
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Caos tamponi, tra somministrazioni rifiutate, convocazioni che non arrivano ed altre che spediscono persone sintomatiche a decine di chilometri di distanza dalla propria residenza.
Un sistema ormai in tilt, con le denunce da parte dei cittadini che si moltiplicano, giorno dopo giorno, toccando ogni angolo della provincia. A finire sotto accusa non sono solo le linee telefoniche alle quali è l'accusa diffusa non vi è risposta nonostante l'implementazione dei numeri ma anche la gestione dei tamponi di verifica alle persone già risultate positive. Secondo il protocollo, il primo controllo dovrebbe avvenire dopo 10 giorni. E, nel caso di ulteriore positività, dopo altri 7 giorni. Scadenze che ormai difficilmente vengono rispettate. Persone chiuse in casa da oltre due settimane senza assistenza, se non quella gestita, da remoto, dai medici di famiglia. «Per due settimane ho provato a contattare invano i numeri dell'Asl per manifestare la mia situazione. Positivo all'antigenico, con febbre e dolori atroci - racconta un cittadino residente a Monteforte Irpino - Il mio medico di base, come previsto, ha prontamente sollecitato l'Asl, evidenziando la mia situazione. Ho aspettato che mi chiamassero per un tampone ma niente. Sono riuscito ad avere un appuntamento, tramite una voce registrata, solo dopo aver scoperto la positività di mia moglie, che nel frattempo si è contagiata, e quando ormai i sintomi se ne erano quasi andati».

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Anche peggio è andata ad un cittadino di Avellino: dopo essere risultato positivo ad un tampone molecolare effettuato presso la Diagnostica Medica ha dovuto attendere 22 giorni e decine di telefonate prima di riuscire ad ottenere una verifica dall'Asl. «E mia madre anziana, che vive in casa con me, è stata completamente dimenticata. Due fantasmi: abbiamo dovuto attendere la mia negatività per poter effettuare privatamente un controllo a lei». C'è rabbia, tanta rabbia, nelle parole di chi si sente abbandonato dalle istituzioni sanitarie in un momento di grande disagio fisico, ma anche psicologico. Perché, che si sia sintomatici o meno, i reliquati emotivi non sono da sottovalutare. Monica Rosapane, per anni il volto dell'accoglienza al teatro Gesualdo di Avellino contesta il fatto di non poter comunicare con un sistema automatico che, tra l'altro, non prevede la possibilità di chiedere un rinvio o una qualunque altra informazione.

Ma soprattutto non comprende i motivo per il quale lei, residente ad Avellino, venga convocata per il tampone di verifica a Cervinara. Una circostanza comune a tanti cittadini avellinese che si sono ritrovati in una simile situazione. «Quando sono riuscita finalmente a parlare con il Sep mi è stato risposto che la lista è lunga e che loro non sanno come intervenire sul sistema per evitare che mi spedisca a Cervinara. Mi chiedo - evidenzia Rosapane - chi abbia dato l'autorizzazione ad utilizzare un simile sistema. Il servizio deve funzionare, con personale smart, che sappia anche dare conforto al cittadino. Una sorta di sala contatto umano per la quale, se necessario, mi rendo disponibile da volontaria».

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Altro disservizio, altra denuncia. Ad alzare la voce è il sindaco di Baiano, Enrico Montanaro. Lamenta che al drive in di Avella, nella giornata di ieri, sono stati rispediti a casa i conviventi di positivi. «È assurdo che si neghi il tampone a familiari conviventi di persone positive, regolarmente convocate per quello di controllo - dice - È assurdo che queste persone, spesse volte anche sintomatiche, dopo 15 giorni di isolamento non sono ancora contattate. Pur comprendendo le difficoltà del momento, chiediamo con forza all'Asl di risolvere in tempi stretti questa problematica, che si ripercuote su famiglie già colpite profondamente e di far sì che anche i contatti stretti possano essere controllati e tutelati in maniera adeguata». A dargli manforte è anche il neo presidente della Commissione Sanità della Regione, Enzo Alaia. «Episodi come quello che si è consumato oggi nel mio paese non sono accettabili. Nutro la massima stima e ammirazione per gli operatori che ormai da mesi lavorano incessantemente, tuttavia trovo che lo stesso rispetto sia dovuto nei confronti di ciascuna famiglia che oggi vive un momento buio. È opportuno che l'Asl operi in base a direttive chiare e lineari».

Nella serata di ieri è arrivata la replica dell'Asl: «Relativamente ad eventuali ritardi nella somministrazione dei tamponi, è necessario fare delle distinzioni. Nel caso di tampone di controllo a seguito di un esito positivo proveniente da un laboratorio pubblico o da un laboratorio privato accreditato, il positivo viene inserito in un programma di controllo e quindi riceverà il secondo tampone decorsi almeno 10 giorni. Tutti i contatti stretti riceveranno il tampone a 10 giorni dalla positività del soggetto dichiarato positivo. Per questa tipologia di positività i ritardi che potrebbero essere lamentati sono limitati a 2-3 giorni massimo, in alcuni casi dovuti alla difficile ricostruzione della rete dei contatti». «In considerazione poi - continuano - dell'enorme carico dei tamponi da effettuare soprattutto su alcune aree, per non allungare i termini dell'isolamento obbligatorio di chi era ormai al termine, avendo avuto la disponibilità di posti su altri Drive-in, esclusivamente per i soggetti positivi asintomatici, è stata prevista la possibilità di recarsi presso altre postazioni. In caso di non adesione all'invito presso la postazione Drive-In indicata, verrà riprogrammato un nuovo appuntamento». Per ciò che concerne la mancata somministrazione di tamponi a familiari di positivi, non presenti in elenco e dunque non prenotati, si chiarisce che, anche a seguito dell'istituzione della Zona Rossa, per recarsi presso le postazioni Drive-in è necessario giustificare gli spostamenti, attraverso la convocazione (sms) inviata dall'Asl».
 

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