Covid ad Avellino, ristoranti aperti indoor
ma i clienti preferiscono restare all'aperto

Covid ad Avellino, ristoranti aperti indoor ma i clienti preferiscono restare all'aperto
di Rossella Fierro
Mercoledì 2 Giugno 2021, 11:48 - Ultimo agg. 20:51
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Ristoranti, pub, pizzerie e bistrot riaprono le loro sale per accogliere clienti. Tavoli distanziati, coperti preparati per un massimo di quattro persone, termoscanner e igienizzanti all'ingresso. Un ulteriore step verso il ritorno alla normalità per uno dei settori più colpiti da oltre un anno di restrizioni, in attesa del tanto agognato prolungamento del coprifuoco dalle 23 alle 24 fino alla totale abolizione con l'ingresso della Campania in zona bianca previsto per il 21 giugno.

La prima giornata di ripresa del servizio ai tavoli al chiuso fa però registrare un approccio timido da parte dei clienti che, almeno per ora, preferiscono ancora consumare all'aperto nonostante il clima, soprattutto in serata, non sia stato clemente al cento per cento. La paura del virus è ancora tanta, e per superarla del tutto servirà forse ancora qualche settimana e un ulteriore decremento dei contagi ma soprattutto un aumento del numero di vaccinati contro il Covid. «La possibilità di ospitare i nostri clienti anche all'interno della sala, che abbiamo riammodernato durante la chiusura, rappresenta un ulteriore passo verso la ripresa vera e propria dell'attività.

Ieri abbiamo ricevuto le prime prenotazioni per i tavoli all'interno, stamattina altre per i prossimi giorni ma la maggioranza dei clienti però chiede ancora di essere sistemata in strada sotto gli ombrelloni. La paura è comprensibile e noi cerchiamo di non scontentare nessuno perché il pranzo o la cena devono tornare ad essere un momento di totale relax», spiega Maurizio Florio del ristorante pizzeria «Braciami» di via Santissima Trinità.

Grazie alla chiusura al traffico veicolare di via Chiesa Conservatorio, misura adottata dal Comune per favorire i ristoratori della zona e dar loro la possibilità di usufruire dello spazio esterno, con la possibilità di consumare anche al chiuso, i posti a sedere aumentano per tutti notevolmente fermo restando il distanziamento da garantire tra un tavolo e l'altro. «Ora attendiamo che il coprifuoco venga prolungato fino a mezzanotte, in modo - chiosa Florio - da poter programmare meglio il lavoro ed evitare di concentrare l'orario di cena in poche ore. Avendo un'ora in più a disposizione, non solo si gestisce meglio la clientela ma soprattutto si evita di dover mandare a casa qualcuno quando i posti sono occupati». 

Una riapertura che, secondo Ada Pericolo della trattoria «Gino e la Giraffa», doveva arrivare prima e non a ridosso dell'estate. «Certo poter accogliere le persone all'interno è un'opportunità in più, ma con l'arrivo delle belle giornate i clienti preferiscono stare fuori all'aria aperta dove il contagio è meno probabile e si può godere del sole. Nelle scorse settimane invece, quando il clima non era ancora ottimale, è capitato che pioggia e vento forte abbiano portato le persone ad alzarsi da tavola a metà pranzo e andare via, pagando solo quanto consumato e non l'ordine per intero, così come abbiamo visto i clienti più affezionati continuare a pranzare sotto l'acqua in condizioni davvero insostenibili», racconta la chef del ristorante di via Chiesa Conservatorio che per ora preferisce apparecchiare all'esterno perché, racconta, «in questo primo giorno di ripresa anche all'interno tutti coloro che hanno prenotato hanno specificato di voler consumare all'esterno».

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Alle difficoltà di un annus horribilis di mancati guadagni e tasse da pagare a vuoto, per i ristoratori del centro storico si aggiunge la beffa di una petizione, firmata per il momento solo da un centinaio di abitanti della zona, contro la pedonalizzazione della zona antica. «Ci saremmo aspettati un po' più di solidarietà. Comprendo - chiosa Pericolo - il disagio che può causare la chiusura al traffico delle strade, ma è altrettanto vero che in qualche modo dovevamo ripartire anche noi ristoratori e soprattutto che è giunta l'ora che anche Avellino, come accade in tutte le città civili, abbia un centro storico libero da auto almeno nei mesi estivi».

Piccoli passi verso la normalità anche secondo Angelo Ruta che gestisce la steak house «T-Bone» di Corso Vittorio Emanuele: «Nel mese di maggio, quando si poteva consumare solo all'esterno e il clima era ancora freddo le persone chiedevano quando avrebbero potuto tornare in sala, eppure adesso che ne hanno l'opportunità molti hanno preferito comunque consumare fuori. Ma ce lo aspettavamo perché c'è ancora un po' di confusione e tanto timore a togliere la mascherina al chiuso. La speranza è che la campagna vaccinale, finalmente entrata nel vivo, serva anche a restituire la serenità necessaria per poter godere di una cena o di una pizza al ristorante. Ora attendiamo con ansia il prolungamento del coprifuoco a mezzanotte. Per noi significherà tornare al vecchio orario di lavoro». 

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