Covid in Irpinia, operazione richiami:
arriva il vaccino per 4mila sanitari

Covid in Irpinia, operazione richiami: arriva il vaccino per 4mila sanitari
di Antonello Plati
Lunedì 25 Gennaio 2021, 08:24
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Saranno consegnati questa mattina, all'ospedale Frangipane di Ariano Irpino, 195 flaconi del vaccino Pfizer-BionTech pari a 1170 dosi (come noto, 6 per ogni flacone).
L'Asl di Avellino, come annunciato nei giorni scorsi dal direttore generale Maria Morgante, utilizzerà questo rifornimento per effettuare i richiami alle circa 4mila persone (tra operatori sanitari, sociosanitari, amministrativi del comparto e ospiti delle Rsa) che hanno fatto la prima dose dal 2 al 12 gennaio.

Oggi nei punti vaccinali, attivati sia al Frangipane sia al Criscuoli di Sant'Angelo dei Lombardi, si recheranno i dipendenti degli stessi nosocomi per essere, dunque, immunizzati.
Quindi si passerà al personale delle cliniche private accreditate.

In base al sorteggio, da mercoledì saranno convocate nell'ordine: casa di cura Montevergine di Mercogliano, Villa dei Pini di Avellino, Villa Maria di Baiano, Villa Julie di Mirabella Eclano, Malzoni Villa Platani di Avellino, Clinica Santa Rita di Atripalda e Villa Esther di Avellino. Entro un paio di giorni sarà completata anche la vaccinazione del personale in servizio nelle cliniche. E sarà poi il turno degli operatori e degli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) per anziani (che saranno raggiunti sul posto dall'equipe dell'Asl).

A seguire, gli operatori del 118 e delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), secondo quanto indicato dal Piano vaccinale della Regione Campania. «Continuiamo con la somministrazione delle seconde dosi del vaccino anti-Covid per il personale sanitario e non già vaccinato a partire dal 2 gennaio presso i nostri punti vaccinali. Il calendario dei vaccini», dice il direttore generale dell'Asl di Avellino, Maria Morgante.

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«Il calendario è stato programmato sulla base della data di somministrazione della prima dose». Ma resta ancora da ultimare la somministrazione della prima dose: la campagna vaccinale ha, infatti, subito un brusco stop a causa del blocco dei rifornimenti dovuto, ufficialmente, a una modifica alla modalità di produzione nello stabilimento belga di Pfizer. Per completare il primo giro di somministrazione (7mila persone in tutto, quelle censite dall'Asl) bisognerà attendere i vaccini prodotti da Moderna che dovrebbero arrivare in settimana.
Lo conferma Morgante: «Nei prossimi giorni dovremmo ricevere una prima consegna del vaccino Moderna, che ci consentirà di aver un po' di respiro, ma è innegabile la difficoltà che riscontriamo a causa della lentezza delle consegne e del numero ridotto dei vaccini finora consegnati». Rammarico nella case di riposo per anziani: «Era arrivato il nostro turno, ma sono finiti i vaccini», dice Vincenzo Petruzziello del Cda del Rubilli di viale Italia. «Abbiamo protestato: qui ci sono persone anziane che hanno urgenza di fare questo vaccino. È stata inviata una mail all'Asl per conoscere la programmazione che dovrebbe essere rivista. Al momento, però, non abbiamo ancora una data». Il ritardo, tra l'altro, è stato comunicato solo all'ultimo momento: «Se si tratta di una sola settimana le conseguenze potrebbero non essere così gravi. Lo possiamo definire un piccolo rallentamento», commenta ancora Petruzziello.

Che quindi solleva qualche perplessità: «Perché l'Asl non ha accantonato sin da subito le dosi necessarie a coprire le categorie più a rischio? Se l'avesse fatto, adesso non ci saremmo trovati in questa situazione». E rischia di slittare di un mese pure la seconda fase, quella che riguarda le persone over 80. Annunciata per febbraio, dopo i ritardi di Pfizer (ma anche di AstraZeneca, il vaccino di produzione italiana che ancora non è disponibile) il governo è stato costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi.

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A subire ritardi nella vaccinazione saranno le persone tra i 60 e i 79 anni, quelli con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti. Lo stesso ministro delle Regioni Francesco Boccia ha ammesso che «slitterà di qualche settimana o mese l'immunità di gregge» ma verranno garantiti i richiami. E il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri ha quantificato i ritardi: le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca «faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione».
 

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