Covid in Irpinia, Pizzuti accusa:
«La Protezione civile ci ha fatto il pacco»

Covid in Irpinia, Pizzuti accusa: «La Protezione civile ci ha fatto il pacco»
di Antonello Plati
Sabato 28 Novembre 2020, 09:19 - Ultimo agg. 15:46
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«La Protezione civile nazionale ci ha fatto il pacco». Non sarà contento il capo di Dipartimento Angelo Borrelli, ma la pensa così il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati, Renato Pizzuti. Ieri mattina, nel corso di un incontro convocato per fare il punto sulla gestione dell'emergenza coronavirus in questa seconda ondata epidemica, il manager parla pure della procedura avviata, appunto, dalla Protezione civile per l'individuazione di 450 medici specializzati da destinare alla nostra regione per supportare gli ospedali nell'assistenza ai casi Covid-19. Un mezzo flop - visto che al bando hanno risposto solo in 165 specializzati in anestesia e rianimazione, malattie infettive, malattie dell'apparato respiratorio, medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza - sul quale Pizzuti infierisce, aggiungendo particolari. Prima premette: «Capita che nel corso di un'emergenza non si facciano verifiche adeguate sui nominativi proposti». Ed è quello che è successo proprio per i 7 medici che, stando all'elenco stilato dalla Protezione civile, sarebbero dovuti arrivare ad Avellino: «È sfuggito che alcuni di quelli che si sono offerti per venire a darci una mano, sono 7 in tutto, o erano persone davvero poco intenzionate a farlo oppure erano nominativi falsi o ancora avevano fornito recapiti telefonici non corrispondenti. Insomma, la Protezione civile - quella nazionale, tiene a precisare Pizzuti ci ha fatto il pacco». Poi ne ha anche, ma in maniera molto più blanda, per le organizzazioni sindacali. In particolare per i confederali. Cgil, Cisl e Uil, infatti, coi segretari generali di categoria Licia Morsa (Fp Cgil), Antonio Santacroce (Cisl Fp) e Gaetano Venezia (Uil Fpl) hanno avanzato, la prima volta a marzo scorso, la proposta di sottoscrivere il protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità (siglato a Roma tra i vertici nazionali dei sindacati e il Ministro della Salute Roberto Speranza).

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Ma l'intesa col management del Moscati non è mai stata raggiunta: «Il protocollo dice Pizzuti - c'è stato sottoposto solo una volta all'inizio dell'emergenza.

Ne abbiamo, poi, parlato anche in prefettura, un mesetto fa. Ma la cosa è stata solo accennata. Tuttavia, credo che per le strutture sanitarie ci siano già validi organismi come l'Unità di crisi regionale». Quindi apre il dialogo: «Restiamo comunque disponibili al confronto». Dalle polemiche ai fatti. L'annuncio fa ben sperare: «Nel Covid Hospital siamo in grado di raddoppiare i posti letto di terapia intensiva, passando agevolmente dai 10 attuali (tutti occupati, ndr) a più di 20». In che modo? «Dei quattro piani di cui è costituita la Palazzina Alpi che ospita il Covid Hospital, i due più in basso sono destinati ai pazienti non critici, mentre quelli alti a pazienti più complessi. Quindi, il secondo piano è sempre di intensiva. Il primo, invece, a seconda delle necessità può essere di semintensiva o di intensiva. Il piano zero è sempre semintensivo, mentre il piano sotterraneo è per le degenze ordinarie». Qualche passo in avanti nella selezione per l'assunzione a tempo indeterminato di 160 infermieri: «Sono arrivate circa 5mila domande, il concorso va avanti». Infine, Pizzuti rivela che al Moscati è in corso il primo trattamento in Campania di un contagiato con tecnica Ecmo. L'acronimo sta per Extra Corporeal Membrane Oxygenation, tradotto: ossigenazione extracorporea a membrana. Alla quale è sottoposto da due settimane un uomo di soli 41 anni ricoverato nel Covid Hospital con l'88 per cento di compromissione polmonare: «In seguito a un improvviso peggioramento del quadro respiratorio, abbiamo deciso di avviare il trattamento con Ecmo: è il primo nella nostra regione».

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