Che ne sarà dell'Us Avellino 1912 e della Felice Scandone? È questo l'interrogativo che da oltre due settimane si pongono i tifosi biancoverdi. Da quando la tempesta si è scatenata sulla Sidigas di Gianadrea De Cesare con la richiesta di istanza di fallimento per cento milioni di euro da parte della Procura e il sequestro dei beni per la stessa cifra. Tempesta calmata, almeno parzialmente, con la presentazione e l'accettazione da parte della sezione del tribunale fallimentare di un concordato in bianco da parte dei legali dell'azienda. Ma il calcio e il basket non hanno di certo i tempi della giustizia.
E allora a mettere il piede sull'acceleratore ci ha pensato il sindaco Gianluca Festa che, ieri mattina, ha convocato tutti i protagonisti della vicenda a Palazzo di Città. Alla fine si è presentato solo il presidente Claudio Mauriello (ancora una volta assente Gianandrea De Cesare che non ha mai parlato pubblicamente) che ha avuto anche uno scontro con i tifosi che lo hanno duramente, ma in modo civile, contestato per la situazione drammatica.
Per l'Us Avellino 1912, iscritta alla Lega Pro, ma senza un allenatore, un direttore sportivo e un solo giocatore, per ora si va avanti con De Cesare, in attesa di imprenditori interessati a rilevarla. Ma perché ciò accada è necessario ottenere l'ok da parte dei tre commissari giudiziari nominati dal tribunale, che non si insedieranno prima di giovedì, e dell'amministratore giudiziario. Un ok che permetterebbe almeno di cominciare ad allestire la rosa con un budget ridotto. Per la Scandone invece, iscritta alla B dopo aver perso la serie A, il cammino è più complesso.
Crisi Avellino, scoppia
la contestazione dei tifosi
di Titti Festa
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Martedì 16 Luglio 2019, 12:00
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