Dalle fratture agli «esperimenti» unitari:
l'eterna passione della sinistra locale

Dalle fratture agli «esperimenti» unitari: l'eterna passione della sinistra locale
di Rossella Fierro
Venerdì 9 Settembre 2022, 08:36 - Ultimo agg. 18:32
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Nulla di nuovo sotto il sole dei comunisti che per l'ennesima volta si presentano divisi alle elezioni politiche.
Il dramma dell'ampio e variegato mondo politico che resiste alla sinistra del Pd, si ripresenta puntuale ad ogni campagna elettorale. E così le decisioni prese dalle segreterie romane sparigliano le carte sui territori dove, non senza sofferenze, qualche tentativo di unità si sperimenta ancora. Accade, ovviamente, anche in Irpinia. Qui la sinistra locale aveva dato prova di maturità ricucendo gli strappi nati tra il 2007 e il 2009 quando la Sinistra Arcobaleno di Fausto Bertinotti non superò lo sbarramento e Nichi Vendola chiuse la porta di Rifondazione comunista per fondare Sinistra Ecologia e Libertà. Divisi a livello nazionale, i comunisti irpini nel corso degli anni hanno provato a ragionare insieme sul territorio con formule di centrosinistra senza Pd. Lo fecero alle elezioni provinciali del 2009 proponendo la candidatura a presidente di Amalio Santoro che fu eletto consigliere, poi ancora alle amministrative del 2013 con la lista che riportò Giancarlo Giordano in consiglio comunale, nel 2018 con l'entrata in scena di SiPuò capitanata da Nadia Arace, all'epoca esponente di Possibile, e nuovamente nel 2019 con la candidatura a sindaco di Santoro.

L'attuale capogruppo di SiPuò in consiglio comunale è oggi il candidato di punta al Senato della lista Sinistra Italiana Europa Verdi. La lista, che viaggia in colazione con lo stesso Pd che fino all'ultimo ha sostenuto il Governo Draghi, contro cui ha votato per oltre cinquanta volte il partito di Fratoianni, in Irpinia è stata costruita in particolare dal coordinatore provinciale di Si Roberto Montefusco e dal dirigente regionale Raffaele Aurisicchio e sarà appoggiata anche dagli esponenti locali di Possibile oltre che da volti noti del cattolicesimo democratico.

A contendere i loro voti i volti storici di Rifondazione comunista, come Tony Della Pia e Costantino D'Argenio, i più giovani esponenti locali di Potere al Popolo come Francesca Petitto e i Dema come Aldo D'Andrea. Saranno loro a tirare la volata alla lista Unione Popolare con Luigi de Magistris. La compagine di sinistra costruita dall'ex sindaco di Napoli schiera alla Camera come capolista del plurinominale Giuliano Granato e all'uninominale il docente universitario Paolo Vittoria.

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Gli irpini si ritroveranno sulla scheda anche il simbolo di Italia sovrana e popolare, lista costruita dal segretario del Partito comunista Marco Rizzo insieme all'ex magistrato Antonio Ingroia, che candida all'uninominale alla Camera Raffaella De Filippo che corre anche per il plurinominale insieme a Francesco Toscano, Lucia Barone e Angelo Moriello, mentre al listino proporzionale del Senato sono candidati Marcello Graziosi, Giovanna Avena, Giuseppe Meola e Cinzia del Grande, quest'ultima anche al maggioritario. L'unica falce e martello che l'elettore troverà sulla scheda elettorale, è quella del Partito comunista italiano guidato da Mauro Alboresi. Il Pci candida alla Camera collegio uninominale Antonio Petrozziello, il cui nome si ritrova anche nel listino proporzionale insieme a quelli di Silvana De Luisa, Maura Iannaccone e Rosario Sabato, mentre corrono per Palazzo Madama Carmine Montella all'uninominale, Rosalba Di Martino, Roberto Vecchione, Simona Cipollaro e Antonio Pellegrini nel listino.

Insomma, anche questa volta l'elettore di sinistra dovrà trovare un non facile orientamento per l'ennesimo voto sofferto e magari, nell'aprire la scheda elettorale, ripensare alle parole dell'arbitro di Palombella rossa che rivolgendosi alla squadra di pallanuoto di Michele Apicella, diceva: «Siete un partito da rifare, galleggiate a mezz'aria, mancate di identità, avete almeno tre anime, siete un partito innocuo».

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