Delitto al Corso, Emilia Gioia:
«Papà moriva, Elena era freddissima»

Delitto al Corso, Emilia Gioia: «Papà moriva, Elena era freddissima»
di Gianni Colucci
Giovedì 23 Dicembre 2021, 07:53 - Ultimo agg. 21:26
4 Minuti di Lettura

Fredda, freddissima. Elena Gioia rimase immobile, «pietrificata», la descrive la sorella Emilia, quando le urla del padre morente risuonarono nell'appartamento del Corso.

Non si accovacciò davanti al divano insieme alla sorella maggiore a tamponare le ferite del padre. Non si avvicinò al genitore agonizzante, rimanendo nello stesso ambiente del soggiorno cucina, ma lontana dalla scena del delitto.
Rimane un grande punto interrogativo su Elena Gioia, la ragazza di 18 anni accusata con il fidanzato Giovanni Limata di 23 anni, dell'omicidio del padre Aldo Gioia avvenuto il 23 aprile di quest'anno al quinto piano di un appartamento al centro di Avellino. Lei, dopo aver guidato il fidanzato verso l'appartamento paterno, lei dopo avergli aperto il portone con la scusa di andare a gettare la spazzatura, assiste da lontano, forse ascolta soltanto dalla sua stanza, all'aggressione feroce. Sono 14 i fendenti che colpiscono Aldo Gioia in più punti del corpo (come ha specificato il medico legale Carmen Sementa («Sferrati con violenza, tanto da provocare lesioni al radio e al metacarpo: solo un uomo avrebbe potuto agire con tanta forza»).

La ricostruzione dell'omicidio è stata affidata alle parole accorate della moglie di Gioia, Liana Ferrajolo e alla figlia Emilia Gioia nel corso della seconda udienza del processo che si sta svolgendo in Corte d'Assise al tribunale di Avellino, e sono i rapporti tra padre e figlia che si delineano nelle chat che emergono man mano dagli interrogatori.

Giovanni si dice pronto a difendere quella ragazza che ha dovuto sempre subire in famiglia: «So il male che hai subito».

Ma dalle chat non c'è mai una dichiarazione in questo senso da parte della figlia. In un'occasione Elena definisce Aldo «Un vegetale». Spiega la figlia Emilia il carattere bonario del padre: «Non per questo non ci sentivamo amati da papà». Alla domanda dell'avvocato Brigida Cesta che rappresenta i fratelli della vittima, non c'è una risposta che confermi un clima di pressione nei confronti della ragazza. Anzi. Al di là del contrasto a quel rapporto sentimentale, Elena era finanche accompagnata a casa di Giovanni, e la madre dell'omicida e la moglie della vittima si conoscevano. «Più volte avevo detto alla donna che non poteva andare avanti quella relazione. Io e Aldo mettemmo un app per il tracciamento dei movimenti sul cellulare di Elena. Tra i due c'era un rapporto morboso e malato si parlavano in chat anche quando Elena faceva la Dad. E mi ero adoperata perché Giovanni tornasse a scuola», dice Liana Gioia, la vedova.

Video

Poi le frasi agghiaccianti sui rapporti di Giovanni con la propria famiglia (in una chat dice: «A loro non interessa se torno a casa»), saranno ancora materia di approfondimento. Come verrà probabilmente chiarito se davvero il ragazzo avesse dormito a lungo in un garage.

E c'è una lettera, non acquisita agli atti, a cui fa riferimento a sorpresa proprio la madre di Elena. Giovanni dal carcere le scrive, spiegando che non aveva mai pensato di uccidere la madre e la sorella della sua Elena: «Non volevo farvi del male, e avrei avuto tante occasioni per farlo». E vale la pena ricordare che la richiesta di Elena a Giovanni era anche quella di uccidere mamma e sorella.

Conflitto anche sulle dichiarazioni della madre di Elena che, nei momenti successivi al ricovero al pronto soccorso di Aldo, indica alla polizia il nome e il domicilio di Giovanni Limata. Per l'avvocato difensore del giovane Giovanni, Kalpana Marro, a sommarie informazioni mai c'era stata questa dichiarazione della madre.
Momento centrale e drammatico, la ricostruzione dalla viva voce delle due donne, Liana e Emilia, dei momenti in cui soccorsero Aldo agonizzante, la sua richiesta di guardare dietro ad una tenda, perché lì lui credeva che fosse nascosto l'aggressore. Quindi la corsa in ospedale, e le bugie alle figlie quando seppe della morte del marito, una volta che le incontrò in questura: «Vostro padre si è salvato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA