Fidanzatini-killer in isolamento,
insulti e minacce sui profili social

Fidanzatini-killer in isolamento, insulti e minacce sui profili social
di Katiuscia Guarino
Giovedì 29 Aprile 2021, 08:52
4 Minuti di Lettura

Giovanni ed Elena sono in isolamento nel carcere di Bellizzi Irpino. Non possono uscire dalle rispettive celle, anche perché devono rispettare il periodo di quarantena previsto per evitare la diffusione del contagio dietro le sbarre. Dovranno trascorrere due settimane così. Dopodiché si capirà, al netto delle indicazioni anti-Covid, se per loro verrà disposto l'isolamento diurno e notturno, o potranno almeno uscire per l'ora d'aria. Finora hanno chiesto solo questo, cioè di poter uscire dalle quattro mura della cella e vedere la luce del sole. Non hanno fatto domanda di libri o giornali, ma hanno la possibilità come tutti di poter vedere la televisione. Dentro la casa circondariale avellinese hanno tempo, dunque, per riflettere sull'accaduto. Su quei drammatici momenti di venerdì sera. Non avrebbero versato lacrime, come se vivessero in una bolla e non avessero ancora realizzato la tragedia che ha sconvolto le due famiglie. È come se si trovassero in una realtà parallela, mentre fuori dalla struttura di contrada Sant'Oronzo la comunità irpina è ancora sgomenta.

Questa mattina, Giovanni Limata, il 22enne di Cervinara che ha sferrato i 14 colpi di pugnale da cacciatore al 53enne Aldo Gioia, fino ad ucciderlo, incontrerà il suo avvocato Mario Villani. C'è da studiare la linea difensiva da parte del legale, il quale sta valutando anche l'ipotesi di ricorrere al Tribunale del Riesame per ottenere una mitigazione della misura per il suo assistito. Lo stesso vale per Elena Gioia, la 18enne figlia della vittima, sulla quale pesa la grave accusa di aver pianificato con il fidanzato l'assassinio del papà, della mamma e della sorella Emilia. La famiglia era finita nel mirino perché si opponeva a quella relazione nata sui social media circa due anni fa. La ragazza è difesa dal penalista Vanni Cerino. Intanto, la città e la provincia si stanno stringendo alla mamma Liana Ferraiolo e alla sorella Emilia. La loro decisione di non lasciare sola la 18enne sta riscontrando apprezzamenti da più parti. Si elogia il coraggio della moglie e della madre. Pur sopportando una sofferenza indicibile per la doppia tragedia, ha trovato la forza per essere al fianco della giovane. Insomma, non la lascia sola. Un coraggio straordinario messo in risalto da don Luciano Gubitosa, durante la celebrazione dei funerali dello stimato 53enne: «La comunità abbia la forza di Liana di inchinarsi e di perdonare».

Video

A sostegno della donna e della primogenita Emilia che pure sta dando grande supporto alla mamma è Giancarlo Gioia, fratello della vittima. «Liana è una donna eccezionale. È una mamma con la M maiuscola. Condivido in pieno ciò che sta facendo. Continuerò ad essere dalla sua parte», dice in un'intervista rilasciata a Telenostra. E c'è un'altra famiglia travolta dalla tragedia e da uno tsunami di offese e minacce. È quella di Giovanni Limata. «Bloccheremo i profili di Instagram e Facebook, perché si stanno registrando troppe cose brutte - afferma l'avvocato Mario Villani - La mamma di Giovanni ha espresso la volontà di manifestare tutta la sua vicinanza alla famiglia Gioia. La madre, il padre e la sorella sono vicinissimi al ragazzo e vogliono capire cosa effettivamente sia successo. Purtroppo, si sono trovati in una situazione difficile da gestire che va al di là del comprensibile. Hanno vissuto un dramma nell'arco di un minuto spiega Villani - Si punta il dito contro il disagio di una famiglia semplice che è veramente pane e acqua. È un dramma per entrambe le famiglie. E anche per i ragazzi che si sono rovinati la vita. Si deve tenere conto, in ogni caso, del contesto sociale dell'una e dell'altra», conclude il legale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA