Di Lella-Togni, incroci virtuosi: firmano uno dei brani dell'album di Massimo Ranieri

È l'esordio da autore di canzoni per Di Lella

Di Lella-Togni, incroci virtuosi: firmano uno dei brani dell'album di Massimo Ranieri
di Massimo Roca
Venerdì 25 Novembre 2022, 10:30
4 Minuti di Lettura

Strani incroci di artisti e sullo sfondo l'Irpinia. Venerdì scorso è uscito Tutti i sogni ancora in volo, il nuovo album di Massimo Ranieri. Lui, che al Teatro Gesualdo è di casa, ha inciso Tutto quello che ho, un brano scritto da Gerardo Di Lella, pianista, direttore d'orchestra, arrangiatore, formatosi al Cimarosa di Avellino.
«Ho inviato a Ranieri questa musica» racconta Di Lella. «L'indomani Massimo mi ha richiamato di buon ora: Guaglio', tu si forte, hai fatto un pezzo molto bello. Mi piace».

È partita così la ricerca del testo, scritto poi da Gianni Togni. È l'esordio da autore di canzoni per Di Lella.

Nel cassetto ci sono altri due brani con i testi di Carla Vistarini e Vincenzo Incenzo. «Sentire un proprio pezzo cantato da Ranieri è una grande soddisfazione». Ma di soddisfazioni se ne è tolte diverse. Per la Universal ha pubblicato il cd Napoli & Jazz con 12 star internazionali. Qui Diane Shuur canta una cover rivoluzionata, firmata da Di Lella, di What are you doing the rest of your life? del due volte premio Oscar Michel Lagrande. Di Lella In Irpinia è ritornato due volte: nell'estate 2020 all'anfiteatro di Avella con Fellini 100 e qualche settimana fa per il Premio Scola nel nuovo Eliseo di Avellino. «Stiamo lavorando ad una nuovo progetto. Ci rivedremo presto in Campania». Tutto quello che ho è il ritratto di un artista con una lunga carriera che ha dato tutto se stesso per l'arte. «Mi ha ispirato un'intervista rilasciata da Massimo qualche tempo fa», spiega Togni. Il suo sodalizio con Ranieri va ben oltre il lato artistico: «Ci conosciamo da metà degli anni '90. È stato il protagonista del mio primo musical, Hollywood il ritratto di un divo. Collaboro ai suoi album, ma il nostro è un rapporto di amicizia. Entrambi non amiamo la mondanità. Ci ritroviamo a casa con le rispettive compagne e talvolta, dopo una giornata di lavoro, ci prepariamo un piatto di pasta insieme. Non è usuale nel nostro mondo, ma in realtà non abbiamo motivi di rivalità: lui è il mattatore, l'artista poliedrico, io il musicista, a mio agio nella scrittura ed in studio». Togni, dopo l'epopea degli anni '80 e 90, ha scelto la strada dell'indipendenza con una propria etichetta. Si definisce orgogliosamente pop, ma mai uguale a se stesso. «La semplicità è il punto di approdo, ma per arrivarci bisogna scendere in profondità». Ed in profondità scende con la sua cultura musicale sconfinata, tra rassegne stampa, ascolti e vinili («non so più dove metterli»), ma anche con la grande competenza tecnica e l'amore per la registrazione in analogico. «La canzone è puro equilibrio tra significato e significante. La forma è sostanza in questa arte. Un buon testo da solo può non funzionare. A volte è meglio sacrificarlo per una migliore musicalità».

Ma ecco la sorpresa che non ti aspetti. Gli parli d'Irpinia e lui ti ferma: «La conosco bene. Ci sono stato in diverse tournée, ma anche con amici. E poi c'è Guido (Morra, il paroliere di tutte le sue hit degli anni 80) che è spesso lì dai suoi parenti irpini. È un posto fantastico d'estate, ma freddino d'inverno (ride)».
Togni si gode il successo di vendite del suo album live uscito in digitale, cd, vinile e musicassetta: Abbiamo preparato 4 diverse masterizzazioni sottolinea con l'orgoglio dell'audiofilo e la genuinità dell'antidivo. «Sto lavorando al nuovo album di inediti. Uscirà entro il 2023. Il successo dei concerti di questa primavera mi ha fatto riflettere. Penso ad un tour teatrale. E magari toccare anche il Gesualdo di Avellino di cui mi parla sempre Massimo». Il musical è l'altro fronte ed ecco l'anticipazione: «Con Guido Morra stiamo sviluppando una nuova idea».
 

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