Dieselgate, la Volkswagen deve
risarcire 5mila euro a un cliente irpino

Dieselgate, la Volkswagen deve risarcire 5mila euro a un cliente irpino
di Gianluca Galasso
Sabato 12 Dicembre 2020, 08:35
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Dieselgate Volkswagen, sentenza apripista del Tribunale di Avellino a favore di un cliente irpino del marchio tedesco di automobili. E' stato disposto il risarcimento danni per il possessore di una Maggiolino 1,6 tdi con propulsore Euro 5 (EA189 la sigla specifica del motore identica anche per altri modelli), immatricolata nel 2013. Condannati al pagamento del 20% del valore del veicolo sia l'importatore italiano, sia lo storico gruppo con sede in Germania finito nell'occhio del ciclone nel 2015 per aver manipolato i dati delle emissioni delle macchine a gasolio. Una decisione importante, una delle prime in Italia che va in questa direzione. Basti pensare che la class action avviata dalle associazioni di consumatori (75mila gli interessati) non è ancora arrivata al traguardo e che altri Tribunali si sono espressi in maniera contraria. Il Tribunale di Avellino è il primo a riconoscere un risarcimento danni di tale portata (20% sul valore dell'automobile), creando un precedente giurisprudenziale che potrebbe essere posto alla base di azioni e class action da parte dei consumatori proprietari di autoveicoli Volkswagen diesel Euro 5, sottolineano dal team dello studio legale dell'avvocato Luisa Caprio che ha sede a Solofra e che ha seguito il caso specifico, ottenendo una vittoria storica per questa vicenda che ha avuto una vasta eco mondiale. Si fa notare che il giudice Maria Cristina Rizzi ha accertato che la multinazionale tedesca ha messo in essere una condotta integrante la pratica commerciale scorretta in quanto ha tratto in inganno il consumatore circa i valori delle emissioni di ossidi di azoto.

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E' stata quindi riconosciuta la discrepanza tra le prove effettuate al banco ai fini dell'omologazione, e le prove su strada, che è conseguente all'installazione di un software di gestione dei gas di scarico.

Ne consegue che la campagna di marketing pubblicitario di commercializzazione dei veicoli a marchio Volkswagen ha un contenuto contrapposto alla condotta tenuta in concreto dal gruppo, che ha installato il dispositivo RGR in grado di ridurre in sede di test le emissioni inquinanti dei veicoli, caratteristica fondamentale e ampiamente pubblicizzata nelle campagne aventi ad oggetto veicoli a bassa emissione - dicono dallo studio legale Caprio Questa condotta è tale da indurre in errore il consumatore sulle caratteristiche del veicolo. Insomma, la pubblicità esaltava le basse emissioni ma la realtà era ben diversa. Il danno patrimoniale quantificato dal Tribunale di Avellino è pari 20% del prezzo dell'automobile in quanto il consumatore si intende leso nella sua libera determinazione avendo acquistato un prodotto, sulla base di messaggi ingannevoli, credendo che avesse caratteristiche che in realtà non aveva e che era di qualità inferiore.

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Il cliente irpino della casa tedesca dovrà ricevere una cifra superiore ai cinquemila euro, considerando il costo dell'epoca della Maggiolino con motore 1.600 cc diesel e gli interessi maturati. Ma la decisione del giudice Rizzi fa scuola in Italia dove, a differenza di altri Paesi, tra cui Usa e Germania, finora non erano state registrate sentenze in questa direzione. Quello che costituisce una vera notizia di rilevanza pubblica per tutti i consumatori che hanno acquistato un'automobile Volkswagen diesel Euro 5 è che di fatto, secondo la pronuncia, possono essere considerati vittime di pubblicità ingannevole e vedersi liquidato un danno patrimoniale. Danno che può essere parametrato al minor valore dell'autovettura in termini percentuali rispetto al prezzo sostenuto per l'acquisto. Nel caso di specie il Tribunale di Avellino ha applicato la percentuale di deprezzamento del 20%.
 

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