Fonderia a Pianodardine,
la conferenza dei servizi dice no

Fonderia a Pianodardine, la conferenza dei servizi dice no
di Flavio Coppola
Venerdì 1 Marzo 2019, 08:20 - Ultimo agg. 09:54
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La Conferenza dei servizi dice no alla fonderia: una marea di prescrizioni per stoppare l'impianto della discordia. Nulla da fare, almeno per il momento, per la società «Custom bullets performance», che aveva richiesto l'autorizzazione ad impiantare a Pianodardine uno stabilimento per il trattamento dei rifiuti metallici. L'organismo riunitosi ieri a Collina Liguorini ha accolto le preoccupazioni espresse nelle scorse settimane dagli ambientalisti, dai cittadini dei quartieri avellinesi di Borgo Ferrovia e Picarelli, e dalla sinistra e dal Movimento Cinque Stelle, esprimendo sostanzialmente un no corale.
 
I Comuni, Avellino in testa, hanno chiarito senza se e senza ma la propria contrarietà rispetto ad un impianto impattante dal punto di vista delle emissioni in atmosfera, proprio mentre è in corso una serrata lotta allo smog. Sulla stessa linea l'Asi. il WWF e i Meetup Cinque Stelle di Avellino e Atripalda. Gli enti tecnici, Arpac, Asl e Ato Rifiuti, insieme alla Provincia ed alla Regione, hanno fissato una serie di paletti molto stringenti. Se il progetto non sarà profondamente aggiornato, nella riunione definitiva che si svolgerà tra 30 giorni, il niet della Conferenza dei servizi diventerà definitivo. «Il nostro parere spiega il dirigente all'Ambiente del Comune di Avellino, Luigi Cicalese, dopo aver letto anche una nota del commissario Giuseppe Priolo - è in linea con il lavoro che stiamo portando avanti da tempo sul fronte del contenimento delle emissioni e dello smog, con diverse ordinanze. Ci sono anche pronunciamenti di consiglio comunale che orientano il Comune e sottolineano la necessità di non sovraccaricare ulteriormente quest'area. Non potevamo pronunciarci diversamente».

Per l'Arpac, rappresentata dal dirigente, Carmelo Lomazzo, «il progetto così come è stato presentato non può essere approvato». «Sono diverse spiega - le cose non ci convincono, sia in relazione alle immissioni in atmosfera che al ciclo delle acque e dei rifiuti». Evidente la soddisfazione di chi sin dall'inizio ci aveva messo la faccia. Franco Mazza, presidente dell'associazione «Salviamo la Valle del Sabato» sottolinea un aspetto: «E' importante che il Comune di Avellino abbia fatto sue le motivazioni espresse da noi nella lettera aperta al commissario, Giuseppe Priolo. Anche dall'Asi evidenzia - viene fuori un parere negativo». Le prescrizioni degli enti tecnici dovrebbero chiudere la partita: «Spaziano dalla tipologia dei rifiuti trattati al loro quantitativo, dalle emissioni alle procedure. ricorda Mazza In più, anche l'Asi ha fatto altrettanto. Ora, emerge la necessità che i sindaci costruiscano insieme un regolamento che dia indicazioni precise sulla compatibilità di determinate aziende in quel contesto. Se diciamo che ci sono criticità ambientali conclude è evidente che eventuali nuovi insediamenti devono rispettare l'ambiente».

Il leader degli ambientalisti assicura che la guardia non sarà abbassata: «Per noi è intollerabile che si continui ad operare in maniera totalmente avulsa dal contesto reale e con il classico paraocchi della burocrazia che lavora a compartimenti a tenuta stagna». Delegato da diversi comuni della Valle, e in rappresentanza dell'Ato Rifiuti, il sindaco di Montefredane, Valentino Tropeano, batte a sua volta su questo aspetto: «I Comuni della Valle del Sabato stanno ragionando insieme per ridurre le emissioni. Quindi abbiamo detto no all'unanimità, chiarendo anche che non si può più andare a ruota libera e che bisogna mettere dei paletti per i nuovi insediamenti». Ovviamente, l'obiettivo prioritario resta la difficile coniugazione del binomio ambiente-lavoro. «Non possiamo dire no ad insediamenti produttivi solo se non ci piacciono».
 
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