Dogana, il cantiere aprirà la settimana prossima

L'intervento di restyling costerà 2,4 milioni, ribasso del 25% presentato dall'impresa romana

Il palazzo della Dogana
Il palazzo della Dogana
di Rossella Fierro
Venerdì 13 Gennaio 2023, 09:01
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Palazzo di Città preme il piede sull'acceleratore del progetto di restauro della Dogana. La prossima settimana il monumento di Piazza Amendola sarà finalmente trasformato in cantiere e, sotto la supervisione della Soprintendenza, inizieranno i lavori di restyling della facciata e di ricostruzione della struttura retrostante. Obiettivo terminare le attività, e rendicontarle, entro il 31 dicembre prossimo, termine ultimo previsto dal programma di finanziamenti Pics. Martedì primo incontro tra i tecnici comunali che seguiranno l'intervento e la ditta a cui è stato aggiudicato provvisoriamente, la «Sapit» di Roma che, in quella sede, potrebbe già ricevere le chiavi del cantiere, in attesa della conclusione delle verifiche sugli atti presentati in sede di gara.

Dodici mesi per realizzare l'intervento progettato dallo studio Multari - Corvino, che seguirà la direzione artistica, ma anche per progettare e realizzare il riposizionamento della statuaria che un tempo ornava la facciata del monumento e che ora si trova nei depositi della Dogana dei Grani di Atripalda.

E' quanto emerge dalla relazione tenuta dal rup del procedimento, l'ingegnere Gaetano D'Agostino, in commissione cultura alla presenza della presidente, Teresa Cucciniello, e dei consiglieri Francesca Medugno e Giovanna Vecchione per la maggioranza, Luca Cipriano e Alessandra Iannuzzi per la minoranza. «Incontreremo la ditta incaricata provvisoriamente dei lavori per la consegna del cantiere sotto riserva di legge- ha spiegato D'Agostino- in attesa di terminare le verifiche burocratiche sulla documentazione. Avendo ottenuto tutti i pareri favorevoli egli enti preposti, Asl, Soprintendenza e Vigili del Fuoco, proseguiamo con le fasi propedeutiche all'inizio del restauro perché entro l'anno va terminato. Proviamo ad accelerare i tempi il più possibile per terminare i lavori nei termini previsti dal Pics, forti di un capitolato molto stringente sulla tipologia di intervento e sulla qualità dei materiali utilizzabili, della supervisione della Soprintendenza che è chiamata ad esprimersi su ogni azione che interesserà il monumento, e della presenza della ditta sul territorio, con propri operai e propri referenti, per la realizzazione di altri cantieri come quello dell'ospedale di Sant'Angelo dei Lombardi».

L'intervento di restyling costerà 2,4 milioni. Il ribasso del 25% presentato dall'impresa romana ha fatto risparmiare circa 700mila euro rispetto all'importo a base di gara. Economie che rientreranno nel tesoretto Pics e che, previo via libera dalla Regione, potranno essere utilizzate, anche affiancate da un finanziamento integrativo se necessario, per chiudere definitivamente la partita Dogana provvedendo al riposizionamento della statuaria sulla facciata. Dieci pezzi tra statue, busti, stemmi, iscrizioni lapidarie, anelli di bronzo, che si salvarono dalla razzia che interessò il monumento subito dopo l'incendio del 1992 e furono conservate nella Dogana dei Grani di Atripalda. Un patrimonio tutelato dal vincolo di facciata ma proprietà degli eredi del Marchese Marino Caracciolo Imperiale, a sua volta discendente della dinastia che nella seconda metà del 1600 chiese a Cosimo Fanzago di restaurare il monumento di Piazza Amendola.

«E' intenzione del Comune presentare, in tempi ragionevolmente brevi, una rimodulazione dei Pics per poter chiudere, sempre entro la fine del 2023, anche la partita relativa alla statuaria. In questo modo riusciremo, utilizzando le economie di gara, a consegnare alla città il monumento completo» ha aggiunto D'Agostino. Un cronoprogramma che ha convinto gli esponenti di maggioranza, un po' meno quelli di minoranza. «La tempistica appare poco credibile. Realizzare in soli undici mesi un'opera pubblica così importante, comprensiva del restauro di statue che sono proprietà di privati e già in passato oggetto di contenziosi, sarà difficile- commenta Cipriano- auspico che le economie di gara possano servire anche all'acquisto di arredi e al potenziamento delle strutture tecnologiche previste dal progetto. Resta la totale mancanza di risposte in merito alla gestione futura del bene, ennesima dimostrazione di un'amministrazione che procede a tentoni».

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