In attesa dei lavori annunciati dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianluca Festa che porteranno viale Italia a cambiare volto entro la fine dell'anno e a farla diventare una "piccola Sanremo", rimettendo in ordine le storiche fioriere e abbellendole con fiori, piante ed essenze arboree resistenti, è per ora don Gerardo Capaldo, parroco colto e mite che ormai ottantottenne è ospite della casa di riposo "Alfonso Rubilli", a curare spontaneamente le malandate aie all'ombra dei Platani.
Lui, però, innesta piante e fiori nelle aiuole pubbliche, i giovani gliele vandalizzano strappando i nuovi arbusti appena trapiantati.
Dopo sessant'anni di sacerdozio trascorso alla guida delle parrocchie irpine di Grottaminarda, Petruro di Forino, Manocalzati e Atripalda, l'anziano prete originario della Città del Sabato più che godersi la pensione non vuole smettere di sentirsi utile alla collettività. Ogni giorno, armato di zappa, piccone, pala e soprattutto tanta pazienza e senso civico, don Gerardo dedica alcune ore della sua mattinata, quando le condizioni atmosferiche lo permettono, alla cura delle cinque aiuole pubbliche che costeggiano la casa di riposo dove è ospite. Il parroco-giardiniere rimuove le foglie secche, estirpa le erbacce tenendo pulite le fioriere e trapianta continuamente nuove essenze che i ragazzini puntualmente gli strappano.
«Non bisogna però arrendersi al bullismo tuona combattivo -. Loro lo fanno incoscientemente - prosegue quasi a volerli difendere - ma io ogni giorno prendo nuove eccedenze del parco del Rubilli e le innesto nelle aiuole di fonte». Una passione, quella per il pollice verde, che il parroco aveva sin da ragazzo, da quando era allievo in un istituto privato di Atripalda e curava il giardino in terrazzo del suo insegnante.
«Ora però sono anziano ricorda -. Penso tuttavia che la terza e la quarta età non debbano essere viste come una disgrazia, bensì come una risorsa. Non avendo più impegni di lavoro posso dedicarmi a qualche lavoretto utile alla comunità».
Non sono però solo i ragazzini a ostacolarlo nel suo compito. «La gente che passa racconta prova a scoraggiarmi dicendomi "chi glielo fa fare, è compito del Comune. Paghiamo le tasse per la manutenzione del verde pubblico». Invece io credo che non bisogna nascondersi dietro lo scaricabarile: la salvaguardia del creato è nostro compito, dobbiamo difendere la natura e abbassare il livello di inquinamento. Papa Francesco non ci ha raccomandato altro nell'enciclica Laudato Si'. Siamo tutti responsabili e in questo modo aiutiamo anche le amministrazioni comunali dando il giusto esempio». Qualche riscontro positivo però c'è: «Molte signore mi fanno i complimenti e mi chiedono anche qualche pianta. Io gliele regalo, tanto so che il giorno dopo ne pianterò di nuove».
Don Gerardo sottolinea che la sua opera, oltre che volontaria, è anche a costo zero: «Non compro mai niente, coltivo solo piante in eccesso del giardino della casa di riposo. Bisogna evitare gli sprechi» precisa. Insomma il rilancio di viale Italia per il momento passa per l'animo civico dell'anziano sacerdote.
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