È emergenza umido ad Avellino:
caccia a siti di stoccaggio alternativi

È emergenza umido ad Avellino: caccia a siti di stoccaggio alternativi
di Flavio Coppola
Venerdì 23 Agosto 2019, 12:00
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Il Comune di Avellino lancia l'allarme. La Provincia apre al confronto con i sindaci, mentre «IrpiniAmbiente» non esclude una riconfigurazione del servizio di raccolta.

La crisi dell'umido alle porte, per la consistente riduzione dei trasferimenti al Nord, rimbalza da Piazza del Popolo a Palazzo Caracciolo ed attiva i massimi rappresentanti istituzionali nella ricerca di soluzioni idonee a scongiurare disservizi sul sistema, o peggio ancora l'incubo dei rifiuti in strada. Certamente, l'odiosa prospettiva è all'ordine del giorno nei 13 comuni non serviti da IrpiniAmbiente. Per tutti questi, tra i quali figura anche il terzo paese della provincia di Avellino, ovvero Montoro, è già scattata la comunicazione della società dei rifiuti che, in pratica, gli chiede di trovarsi in autonomia gli impianti per lo smaltimento. Per loro, Stir e stazione di trasferenza di Flumeri sono già off-limits.
 
Ma anche il capoluogo del 72 per cento di raccolta differenziata non dorme sonni tranquilli. Per l'assessore all'Ambiente di Palazzo di Città, «il rischio di una crisi dell'umido c'è nel medio e lungo periodo. Se il regime di riduzione dei trasferimenti al Nord continuerà - evidenzia - interesserà certamente anche la città d Avellino. Per il momento, riusciamo ancora a conferire. Ma se il problema persiste saremo coinvolti anche noi». E già girano voci su una possibile riduzione della raccolta differenziata. Per le utenze private, si passerebbe da due giorni a uno. L'ipotesi, che è ancora tutta da verificare, non piace comunque all'assessore Negrone: «Non è una soluzione a cui credo sottolinea - I cittadini non si terrebbero i rifiuti in casa per una settimana e incrementeremmo l'indifferenziato. Inoltre, le quantità non cambierebbero».

Negrone è comunque in contatto con la società provinciale dei rifiuti. Si studiano soluzioni che portano ad altri impianti del Nord. Ma come sempre accade, c'è il rischio che lievitino i costi. Soprattutto se ci si rivolgerà ai privati: «Lavoriamo per trovare soluzioni su impianti alternativi al Nord - conferma - Non vogliamo perdere tempo. Certo è chiosa che se non riusciamo a fare gli impianti nella nostra provincia, siamo costretti a stare alla condizioni di chi può smaltire l'umido per noi».

Un pensiero, questo, che viene ripreso e rilanciato anche dal presidente della Provincia, il socio unico proprietario di «IrpiniAmbiente», Domenico Biancardi: «C'è massima disponibilità alla collaborazione con tutti i sindaci del territorio - apre - per scongiurare problemi. Ma è questa l'occasione per ribadire, ancora una volta, la necessità di completare gli impianti per essere autonomi. Il risparmio, come ormai noto a tanti, sarebbe notevole e tali difficoltà non si presenterebbero».

Intanto, «IrpiniAmbiente» non esclude una riconfigurazione del servizio di raccolta della frazione organica. La situazione, mentre una calda estate si preannuncia ancora lunga, resta decisamente allarmante.
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