Emergenza smog ad Avellino,
spunta il blocco delle auto più vecchie

Emergenza smog ad Avellino, spunta il blocco delle auto più vecchie
di Flavio Coppola
Mercoledì 22 Gennaio 2020, 12:00
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L'ordinanza per il contenimento dello smog è sulla scrivania del sindaco già da ieri. Al suo interno è contenuto un possibile, clamoroso, colpo di scena.

Nel dispositivo proposto a Gianluca Festa dal settore Ambiente di Palazzo di Città, infatti, è contemplato il blocco parziale del traffico automobilistico, in particolare per quanto riguarda i veicoli inquinanti. Contrariamente a quanto ribadito a più riprese dall'amministrazione, infatti, gli uffici ritengono necessario stoppare, fino al prossimo 29 febbraio, le auto a benzina, Euro 0, 1 e 2 e diesel, Euro 0, 1, 2 e 3. Ma anche i motocicli Euro 0 e 1. Tutti i giorni, comprese le domeniche.

La stretta sarebbe dunque molto severa. Un suggerimento che il primo cittadino sta valutando con attenzione, sebbene contrario ai provvedimenti che incidono sulla circolazione automobilistica, per evidenti cause di forza maggiore. Ieri se ne è discusso fino al tardo pomeriggio, ma la decisione è stata rinviata. Del resto, Festa ha già sconfessato, nel merito, il Protocollo antismog che solo qualche mese fa era stato salutato come una svolta dal commissario Giuseppe Priolo e dai sindaci dell'hinterland. Ma l'amministrazione adesso non può più tergiversare, perché la situazione, dati alla mano, si è complicata.

Fino allo scorso 19 gennaio, infatti, i dispositivi per il monitoraggio della qualità dell'aria situati in città hanno registrato sforamenti a raffica. Rispettivamente, 13 a via Piave e 10 a via D'Agostino. Più che un bollettino dello smog, quello dell'Arpac è sembrato un vero e proprio bollettino di guerra. Unica nota positiva, il fatto che nella giornata del 20, dopo 6 sforamenti consecutivi, il tasso di polveri sottili sia stato per la prima volta inferiore ai limiti di legge.

Ma è vietato abbassare la guardia. La scorsa settimana, il sindaco Festa aveva dunque annunciato un primo provvedimento. Ieri mattina, l'assessore all'Ambiente, Giuseppe Negrone, ha confermato che l'ordinanza è pronta. Non ci sarebbero, almeno nella stesura prodotta dal settore tecnico, grandi novità in relazione agli abbruciamenti agricoli. Oggi sono previsti per un massimo di due volte a settimana. E arrivare ad un solo giorno, secondo i tecnici, non produrrebbe grandi risultati. Allo stesso modo, i margini di manovra per una stretta sugli impianti di riscaldamento non sono ampi. L'amministrazione intenderebbe intervenire sui camini e sulle stufe a pellet, ma non può fare molto sui riscaldamenti autonomi o su quelli condominiali. La parte politica, però, spingerebbe proprio su questi due fronti.

La decisione, comunque, verrà presa con ogni probabilità nella giornata odierna. Due le possibilità di fronte all'amministrazione: da una parte, sconfessare se stessa ed emanare un provvedimento che incida anche sulle emissioni da traffico veicolare; dall'altra, stravolgere il dispositivo degli uffici e firmare un'ordinanza all'acqua di rose, che rischierebbe di non avere conseguenze positive.

Ma l'emergenza è reale. Avellino non può permettersi più di 35 sforamenti all'anno. Eppure, dall'inizio dell'anno, ha già superato un terzo del totale. Con concentrazioni di Pm10 altissime. Aria carica di smog il primo gennaio, con 54 microgrammi al metro cubo di media, il 3 (116), il 4 (91), l'8 (51), il 9 (95), il 10 (137), l'11 (75), il 13 (102), il 14 (125), il 15 (115), il 16 (76), e il 17 (95). In pratica, dal 13 al 18 gli sforamenti consecutivi sono stati 6. Non a caso, gli ambientalisti avevano auspicato addirittura l'intervento della Prefettura. Parallelamente all'ordinanza, che salvo colpi di scena verrà comunque emanata, l'amministrazione procede ancorché a rilento nel suo piano per il controllo delle caldaie.

Tra il 2018 e il 2019, si sarebbero messi in regola con le prescrizioni di legge circa 20.000 utenti. Nel frattempo, il settore Ambiente ha aggiudicato la gara per la realizzazione di un database che raccoglierà le informazioni sugli impianti. A questo punto, potranno partire i controlli veri e propri e, in presenza di irregolarità anche nella manutenzione degli impianti, le sanzioni. 
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