Emergenza smog, Festa e Negrone
trovano il «colpevole»

Emergenza smog, Festa e Negrone trovano il «colpevole»
di Flavio Coppola
Mercoledì 22 Settembre 2021, 08:02 - Ultimo agg. 23 Settembre, 20:20
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Alla soglia del quarantesimo sforamento di smog in 9 mesi, il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, e l'assessore all'Ambiente, Giuseppe Negrone, sembrano voler finalmente cambiare marcia. E strigliano il dirigente del settore e gli uffici comunali per l'assenza di iniziative: «Si chiede di conoscere, ad oggi, quali misure di contrasto al fenomeno delle polveri sottili siano state poste in essere, con lo scopo di arginarle scrivono i due - sulla scorta dei puntuali e antecedenti indirizzi deliberati». Il riferimento è alle due delibere di Consiglio comunale, del 4 gennaio e del 5 marzo, in cui l'aula, all'unanimità, aveva votato misure mai attuate. Tra queste, «l'implementazione di centraline per il controllo e monitoraggio della qualità dell'aria, con studi e tecnologie alternative ricordano Festa e Negrone ma, «nel bilancio di previsione, un capitolo spesa che troverà copertura nei ristori Stir». ricordano i due.

L'esecutivo, dunque, scarica sugli uffici la responsabilità di un altro anno di immobilismo Avellino ha superato i 35 sforamenti massimi dalla fine di luglio anche se proprio il settore Ambiente, a sua volta, aveva chiesto pochi giorni prima al sindaco e all'assessore, «in considerazione che il 10 settembre è stato rilevato il quarantesimo superamento dall'inizio dell'anno, indicazioni in merito ai provvedimenti da adottare».

Nella lettera, il dirigente D'Agostino porta all'attenzione il recente documento in cui l'Arpac, di fatto, ricorda all'amministrazione che anche il traffico veicolare da sempre ridimensionato nella sua incidenza da Festa figura tra le «principali cause dello smog» rilevato dalla centralina situata nella scuola «Dante Alighieri». Soprattutto «sui due assi limitrofi di via Tagliamento e via Piave» e sul vicino parcheggio. Sulle eventuali responsabilità dell'amministrazione comunale sul bubbone delle polveri sottili, indaga, da quasi un anno, la Procura. Per l'esposto presentato e poi aggiornato dai consiglieri di opposizione.

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Le minoranze sono già state sentite. Scaricabarile interno al Comune a parte, l'amministrazione comunale è ormai pronta a sottoscrivere quell'intesa con il mondo universitario che era stata più volte annunciata alla cittadinanza per risalire, attraverso un monitoraggio serrato e diffuso, alle cause precise dell'inquinamento della Valle del Sabato. Manca solo il passaggio in giunta. La parte politica ha deciso di avvalersi della collaborazione del Dipartimento di Chimica e Biologia dell'Università degli Studi di Salerno. L'Ateneo, infatti, svolge da tempo attività di ricerca nel settore della salvaguardia ambientale, con particolare riferimento alla qualità dell'aria. Nello specifico, Piazza del Popolo intende indagare la qualità dell'aria per comprendere come implementare le azioni da intraprendere per migliorarne la qualità. L'accordo in questione si apprende dal Palazzo di Città non prevede costi per l'ente o per l'Università. E si baserebbe su uno schema che disciplina i reciproci impegni, le modalità di svolgimento delle rispettive attività, la gestione, condivisione e l'utilizzo dei risultati dell' attività svolta. Per il Comune, si tratta di un'iniziativa che può aprire la strada a diverse attività operative. Sul punto, si sono espressi favorevolmente anche i dirigenti alle Finanze e all'Ambiente.

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Manca solo l'ok dell'esecutivo. Intanto, come denunciano le associazioni ambientaliste e evidenzia l'Arpac lo smog in città deriva sia dall'attività antropica che dalle condizioni meteoclimatiche ed orografiche. Un combinato disposto che, con l'avvio dell'autunno e l'accensione dei riscaldamenti, è destinato a produrre emissioni ancor più importanti. Rispetto ai 35 superamenti consentiti in un solo anno, Avellino ha superato abbondantemente la soglia a via Piave (40), mentre la centralina di via Oscar d'Agostino è già a quota 30. Il capoluogo, insomma, è già fuori legge. Secondo l'aggiornamento del rapporto «Mal'aria» di Legambiente, allo stato è il terzo peggiore d'Italia e l'ultimo in Campania. Un altro annus horribilis, dunque, dopo il 2020 che l'ha visto piazzarsi al sesto posto su base nazionale.
 

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