Foto e video hot su Whatsapp,
le amiche della 16enne: «Pentite»

Foto e video hot su Whatsapp, le amiche della 16enne: «Pentite»
di Katiuscia Guarino
Venerdì 6 Settembre 2019, 08:19 - Ultimo agg. 11:02
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Sono pentite per quello che hanno fatto. E lo hanno dichiarato agli inquirenti. Ora si scusano con la loro amica, le cui immagini hot sono finite su una chat di whatsapp. Niente di scabroso, ma la sedicenne vittima ha denunciato tutto con il siostegno dei genitori. Ieri c'è stato l'interrogatorio di un'altra delle quattro giovani indagate, difesa dall'avvocato Innocenzo Massaro. Secondo il legale, per l'assistita non si configurano i reati contestati, cioè la diffamazione e la divulgazione di materiale pedopornografico.
 
«La ragazza ha descritto i fatti nella maniera più sincera e spontanea, dichiarando di essere venuta in possesso dell'immagine e del video della persona offesa da quest'ultima, e di aver trasmesso il tutto ad un'altra amica. In tal caso non sussiste né il reato di diffamazione, né quello di pornografia minorile. La diffamazione a carico della mia assistita non si configura perché l'immagine e il video sono stati dalla stessa trasferiti ad un'altra persona tramite il profilo whatsapp personale prosegue - Quello più grave di pornografia minorile non si configura perché sia l'immagine, sia il video della minorenne sono stati realizzati dalla stessa persona offesa. E' quanto ribadisce e chiarisce la Corte di Cassazione in due sentenze della Terza Sezione penale del 18 febbraio 2016 e dell'11 aprile 2017».

E ancora: «La mia assistita, che ha ammesso l'addebito e ha chiesto scusa, la punizione per questo fatto l'ha già avuta con la notifica dell'informazione di garanzia e con l'invito a presentarsi per rendere l'interrogatorio. Recarsi in una Questura accompagnata dal padre e dal proprio avvocato, e rendere dichiarazioni davanti un ufficiale di polizia giudiziaria non è come andare al mare o al cinema. Penso che se il magistrato chiudesse la vicenda si potrà dire tranquillamente che la punizione per le indagate interrogate già si sia concretizzata».

Nei giorni scorsi sono state ascoltate altre due minori, di cui una difesa dall'avvocato Maria Grazia Santosuosso che assiste anche la quarta ragazza, il cui interrogatorio è in programma per i prossimi giorni. «Le mie assistite ammettono l'addebito e si scusano con la loro amica, avendo ben compreso la gravità dell'errore. E di ciò sono davvero mortificate. Una di loro lo ha già dichiarato nel corso dell'interrogatorio». I fatti, anche in base ai racconti delle giovani coinvolte, sono oramai delineato. In pratica, sarebbe stato sottratto dalla memoria del telefono della vittima (che lo aveva dato in prestito all'amica perché inutilizzato, ma conteneva ancora alcuni frame e foto registrati tempo prima) un video di qualche secondo che si concludeva con un topless. La vittima, dunque, non avrebbe inviato nulla a nessuno. Lo custodiva per sé. A quel punto l'amica che lo avrebbe preso almeno in base a quanto raccontato trasferendo quei frame alle assistite dell'avvocato Santosuosso che a loro volta li avrebbero postati sulla chat della classe. Su quella chat il video è comparso per meno di due minuti. Infatti, è stato subito cancellato. Ma quei 120 secondi hanno permesso di realizzare screenshot, un fermo immagine. Sarebbe dunque girata tra una cerchia ristretta di amici la foto con il topless della vittima. «Le ragazze sottolinea l'avvocato Maria Grazia Santosuosso - hanno ammesso di avere condiviso il video e di non essersi rese conto di quello che sarebbe successo. Poi, però, si sono subito pentite, realizzando quali problemi ne sarebbero derivati. Per questo due minuti dopo hanno eliminato dalla chat quei frame. Purtroppo non è stato più possibile riprendere la situazione in mano. E comunque la vicenda è stata molto ingigantita». Un punto quest'ultimo che evidenzia anche Massaro: «È chiaro che il caso va ricondotto in termini di rilevanza sociale più che penale».
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