Il 18enne disabile escluso dalla gita scolastica: «Chiedo aiuto, non pietà»

Il ragazzo: «Difenderò tutti i diversamente abili»

Carlo Ranaldo, il disabile escluso dalla gita scolastica per cui è scattata la solidarietà dei compagni
Carlo Ranaldo, il disabile escluso dalla gita scolastica per cui è scattata la solidarietà dei compagni
di Nicola Diluiso
Lunedì 27 Marzo 2023, 09:14
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«L'aspetto che mi ha oltremodo ferito è che in passato pure siamo riusciti a fare gite scolastiche, mentre stavolta è stato impossibile trovare un pullman idoneo ed attrezzato per l'accesso con la sedia a rotelle. È assurdo!». Carlo Ranaldo, lo studente di 18 anni di Gesualdo che frequenta la quinta del liceo scienze umane di Frigento, parla delle ragioni per cui i suoi compagni di classe, insieme agli amici di pari corso del liceo linguistico (entrambi annessi all'Is di Grottaminarda), hanno deciso all'unanimità di rinunciare - per solidarizzare nei suoi confronti - al viaggio a Barcellona, programmato per fine aprile, prima della maturità superiore. L'episodio ha avuto una risonanza notevole, tanto da far intervenire anche la ministra del turismo Daniela Santanchè.

Carlo, il giorno dopo, che valutazione hai maturato?
«Resta il forte rammarico per una decisione che per certi versi penalizza un contesto scolastico, ma al contempo resiste la gioia per aver constatato quanto siano ancora vivi in questo millennio certi valori».
Quale l'aspetto che reputi maggiormente penalizzante?
«Dopo anni di restrizioni tutti aspettavamo con trepidazione questo viaggio, poi l'amarezza: il non poter partire perché il pullman non disponeva della pedana per il mio accesso, e non vi era disponibilità di cabina idonea sulla nave (in partenza da Civitavecchia, ndr). L'aggravante è che esistono pullman con questo accessorio, ma, evidentemente, renderli disponibili appare difficile. Questo lo trovo inaccettabile».
Il dirigente scolastico Attilio Lieto, il corpo docente e tutti gli studenti dell'intero istituto superiore, sono con te. Che ne pensi?


«Il preside ha dichiarato di essere fiero ed orgoglioso dei suoi studenti. Non posso che esprimere una considerazione alla pari. Anzi. Provo davvero tanta gratitudine perché tutti i miei amici, e anche semplici conoscenti, hanno lanciato un segnale davvero importante».
Quale, invece, il segnale che vuoi lanciare?
«Che dobbiamo essere trattati come persone che hanno bisogno di aiuto, e non di compassione».
Che giudizio esprimi sull'intervento della ministra Santanchè?
«È stato importante che un segnale così chiaro e netto sia stato lanciato da un rappresentante della massima istituzione governativa. È molto interessante che, finalmente, un ministro se ne interessi.

Questo episodio, evidentemente, ha rappresentato uno spunto di riflessione per qualcosa che non è nuovo, ma è poco sentito. Secondo il mio punto di vista, ha fatto bene il ministro ad esporsi e chiarire l'importanza di investire di più per garantire piena accessibilità dei servizi e massima qualità per tutti, e anche per la proposta turistica per persone con disabilità».


Sei fiducioso di questi annunci?
«Nutro fiducia. E vorrei tanto che la si smetta di vedere i disabili come cittadini che non hanno pari opportunità».
In che termini?
«Partendo dalle piccole cose, e soprattutto qui da noi al Sud. Mi dà fastidio, infatti, che in particolare nei nostri comuni non sono state ancora abolite le barriere architettoniche. Questo nel 2023 non deve succedere».
Dopo aver registrato tanta solidarietà con che rinnovato spirito guardi al futuro?
«Ho le idee chiare. Mi iscriverò a scienze politiche: un giorno vorrei essere un politico per difendere i diritti dei cittadini del Meridione».
Perché questo indirizzo?
«Vorrei che tutti quei giovani come me che hanno una interpretazione della politica distante ed a tratti irrilevante, la considerassero, invece, parte integrante della propria vita perché sostengo che la politica sia importante per la società, per la comunità, e soprattutto per l'individuo. Non ci sarebbe una buona società senza una sana politica».
 

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