Preziosi rubati a Montevergine, l'abate:
«Il diadema della Madonna è salvo»

Preziosi rubati a Montevergine, l'abate: «Il diadema della Madonna è salvo»
di Gianni Colucci
Giovedì 19 Dicembre 2019, 09:18
3 Minuti di Lettura
Padre Abate cominciamo dalla fine. Si è aperto un piccolo mistero sul diadema di oro massiccio della Madonna. Doveva essere esposto il 1° Settembre. Dal 2018 non si vede. Dov'è?
«È al piano di sopra. Anzi scusi, ho detto più di quanto dovevo. Lo metteremo al sicuro. Non è stato esposto perchè non ci fu tempo in quella giornata. Si tratta della tradizionale esposizione de volto della Madonna per la Sua festa solenne».

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Dunque non è sparito nel corso del furto di domenica?
«No perché non era certo nella teca che è stata violata».

Qualcuno si era preoccupato...
«Ma non c'è niente di cui preoccuparsi, teniamo molto ai preziosi, perché sono simboli di una fede viva».

E dove si trova un oggetto tanto prezioso?
«Non posso rivelare dove teniamo i nostri preziosi. Guardi siamo come in una casa qualunque. Qualcosa si tiene in casa, qualcosa di prezioso si tiene da qualche altra parte. In ogni caso non posso andare in giro a spiegare dove si trova l'oro della Madonna. Lo metteremo al sicuro».

Qualcosa però in una casa comune si usa, un servizio di posate importante e prezioso si mette in tavola per le feste... scusi il paragone che può sembrare offensivo.
«E anche noi usiamo molti oggetti, come i calici, i candelabri e altri oggetti preziosi nel corso delle nostre cerimonie. Si tratta di pubblici incontri, davanti a centinaia di persone, dove la celebrazione avviene con preziosi che una volta usati vengono poi riposti. Un rito che si ripete da sempre e che è quasi doveroso ripercorrere con gesti e segni che sono propri della funzione religiosa».

A che punto sono le indagini?
«Abbiamo saputo che i carabinieri stanno verificando le immagini riprese dalle telecamere e quella è una traccia più che sufficiente per risalire agli autori del furto».

Chi potrebbe essere, qualcuno che frequenta il santuario, un dipendente?
«Io metterei la mano sul fuoco che non c'è nessuna implicazione di persone che vivono nella nostra casa, che sono dipendenti del santuario. Tuttavia in una situazione tanto delicata ritengo che sia doveroso attendere il corso delle indagini».

Qual è il valore dei preziosi sottratti?
«Si tratta di opere d'arte dell'oreficeria che sono state consegnate a noi monaci in segno di profondo amore e rispetto della Madonna. Credo anche che sia abbastanza complesso smerciarle».

Ora vi sentite meno al sicuro?
«Ci sentiamo al sicuro sotto il tetto della casa del Signore, siamo speranzosi che i tutori dell'ordine siano in grado di fare il massimo necessario per arrivare a sbrogliare il bandolo della matassa. So che è difficile ma oro stanno lavorando»

Dicevo se si sente al sicuro...
«Lo siamo, e se sarà necessario mettere al sicuro parte del nostro oro lo faremo secondo quello che ci dice il buon senso e gli specialisti».

Rafforzerete le misure di sicurezza?
«Abbiamo antifurto e telecamere. Qualcosa che riteniamo non sia al sicuro lo mettiamo via, in altri luoghi».

Avete avuto molte richieste di informazioni?
«Moltissime, telefonate e mail, anche tutti i padri e gli altri monaci sono stati subissati. Una commovente testimonianza della vicinanza dei fedeli al nostro santuario».

Esporrete ancora i preziosi paramenti. In sostanza ci sarà un ridimensionamento, magari già a Natale, delle celebrazioni?
«Continueremo a comportarci come sempre. Ci mancherebbe. Hanno un grande significato simbolico».

Ci saranno nuove misure a tutela del museo, verrà controllato maggiormente?
«Io dico che le misure esistevano già. Quindi se qualcuno ha commesso il furto non è solo dovuto ad una negligenza e basta».

Conferma il suo appello al pentimento? Pensa che i malviventi l'ascolteranno?
«Ascolteranno il loro cuore, non me».
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