Gesualdo, la scintilla da una presa
difettosa, poi il boato e la morte

Gesualdo, la scintilla da una presa difettosa, poi il boato e la morte
di Gianni Colucci
Sabato 16 Marzo 2019, 09:39
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Inviato a Gesualdo

Michele D'Adamo l'artigiano che ha perso la vita nella deflagrazione del materiale esplosivo che aveva stoccato nel suo deposito, è stato sbalzato via dall'onda d'urto morendo sul colpo. Gravi lesioni interne che lo hanno immediatamente portato al decesso.

La ricostruzione dei minuti precedenti alla tragedia è nelle mani degli inquirenti. D'Adamo probabilmente stava entrando nel capannone in pietra e lamiera quando è avvenuta l'esplosione. Qualcosa probabilmente gli ha fatto comprendere che stava per accadere l'irreparabile, tanto che è riuscito ad arretrare senza entrare, facendo un passo in avanti, all'interno del piccolo edificio.

Forse il ronzio della corrente, forze il rumore di scintille che si erano propagate da un interruttore difettoso, lo hanno messo in allarme. Spostandosi all'indietro, tuttavia, non è riuscito ad evitare il tremendo colpo dello spostamento d'aria che l'ha ucciso letteralmente schiacciandolo un muro laterale. Dove è stato trovato dai soccorritori. La struttura di mattoni e pietra che custodiva il materiale e i mortai ha contenuto probabilmente la deflagrazione che si è sviluppata verso l'alto. Infatti e proprio il tetto dell'edificio appariva la parte più vulnerabile della struttura, ed è stato quel labile tappo che non ha contenuto l'esplosione a fare da sfogo, le mura hanno poi ceduto sotto la forza d'urto e sono state «sparate» come, grossi proiettili a frammentazione, in un raggio di decine di metri intorno al capanno.

 

«Erano le 15,30, e stavo ritornando al ristorante, da Salerno, quando ho sentito l'esplosione - dice Antonio Ferrante che con la moglie Franca De Filippis gestisce il ristorante la Pergola poco distante dal luogo della sciagura - mi sono immediatamente spinto verso la zona da cui proveniva il rumore. Qui ho incontrato un mio vicino di casa anche lui scosso dall'esplosione».

I due sono tra i primi arrivare davanti all'abitazione in rovina di contrada Pastena. «Una situazione inimmaginabile - dice il titolare della azienda vivaistica Dell'Erario - un tragedia che abbiamo subito capito che derivava dall'esplosione di quei fuochi d'artificio. Si era alzata un attimo prima nel cielo una nube bianca, un rumore fortissimo, che non era stato preceduto da altre esplosioni minori. Anche i vetri delle serre della mia azienda, che dista poche centinaia di metri, sono andati in frantumi per lo spostamento d'aria».

I due hanno chiamato i soccorsi, altre imprenditori agricoli della zona si sono radunati, poco dopo familiari e amici di Michele sono giunti sul posto insieme al comandate dei vigili urbani di Gesualdo Vincenzo Bianco. I vigili del fuoco stanno al momento proseguendo il lavoro per repertare i resti dell'esplosione. Si tratta di individuare elementi che possano consentire di risalire alle cause dell'esplosione.
Immediatamente nella zona è mancata l'energia elettrica. Fuori uso anche i contatori dell'Enel, quando la linea si è interrotta all'altezza del palo più vicino all'edificio.
Tutti eventi che confermerebbero l'ipotesi che un corto circuito successivo ad un mal funzionamento dell'impianto elettrico del piccolo capannone. Controlli in corso da parte della procura, al lavoro il magistrato Paola Galdo, sulle autorizzazione all'attività di deposito di materiali esplosivi.
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