Il centro di Valle e le promesse mancate: autismo all'anno zero

L'Asl: "Pronti a lavorare ma il sindaco definisca il problema dei suoli"

Il centro autistico di Valle
Il centro autistico di Valle
di Rossella Fierro
Domenica 2 Aprile 2023, 10:23 - Ultimo agg. 19:11
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Sono circa 450 i ragazzi con diagnosi di disturbo dello spettro autistico che vivono in Irpinia. Bambini, adolescenti e giovani adulti che, con le loro famiglie, hanno diritto ad una vita scolastica, sociale e lavorativa dignitosa come tutti i loro coetanei. Diagnosi che, negli ultimi dieci anni, sono raddoppiate.

Da un lato per una maggiore consapevolezza sull’autismo da parte delle famiglie e, dall’altro, per una capacità diagnostica migliorata rispetto al passato. Oggi è la giornata mondiale della consapevolezza su questa malattia. Una data non soltanto formale.Fondamentale, ed è quello che chiedono a gran voce genitori e associazioni, avere strutture dove poter usufruire non solo di terapie e test diagnostici, ma anche di laboratori e attività di socialità.

Aperto il Centro di Sant’Angelo dei Lombardi, una struttura semiresidenziale con 10 posti per adolescenti e 20 per adulti, all’interno della quale è istituita un’equipe multidisciplinare con il compito di coordinare il lavoro dei terapisti Aba e garantire la presa il carico della persona a 360 gradi, si attende da quindici anni l’apertura del Centro di Valle.

Su questo il direttore generale dell’Asl, Mario Ferrante, è chiarissimo: «Come concordato in Prefettura, quando il Comune si è impegnato ad acquisire i suoli su cui sorge la struttura e ad avviare le procedure per l’autorizzazione all’esercizio, abbiamo dato la nostra consulenza partecipando al sopralluogo che si è tenuto nei giorni scorsi. Attendiamo che il Comune chiuda la partita sulla proprietà e ci dia la struttura in comodato. Noi siamo pronti ad erogare attività progettuali così come già facciamo a Sant’Angelo dei Lombardi».

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Due centri equivalenti dislocati in due punti diversi della provincia in cui accogliere i ragazzi autistici, sotto la supervisione del direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Pietro Bianco, e del direttore dell’Uoc Neuropsichiatria Infantile, dottore Domenico Dragone, ed affidarli alle terapie di logopedisti, psicologi, psicomotricisti che «seguono i ragazzi nei percorsi di presa in carico e riabilitazione collegata specifica» aggiunge Ferrante. Non solo.

A Sant’Angelo si svolgono anche attività occupazionali come corsi di cucina, laboratori di musica e ceramica finalizzati a potenziare, durante la fase di crescita, le autonomie dei ragazzi. Due le fasce orarie previste, una di mattina per coloro i quali hanno terminato il percorso di studi, una di pomeriggio per gli under 18.
C’è poi l’ampio capitolo che riguarda le terapie domiciliari che l’Asl eroga tramite soggetti convenzionati. Fino a 15 ore settimanali di terapia a scuola e a casa, per assicurare gli interventi nell’ambiente di vita del bambino, a cui aggiungere le prestazioni fornite dai piani di zona che, quando funzionano, riescono ad assicurare anche la presenza di un assistente alla comunicazione per affiancare l’insegnante di sostegno in classe. E, non di minore importanza, l’attivismo di associazioni che spesso arrivano là dove si ferma lo stato sociale.

Ma non sempre le cose hanno funzionato. Sono diversi i casi di genitori che si sono dovuti rivolgere alla giustizia per veder riconosciuti ai propri figli diritti basici come le ore di assistenza. Mentre, per i casi più complicati, soprattutto per gli adulti che non hanno sviluppato grandi autonomie e che hanno genitori anziani non più in grado di seguirli a dovere, la struttura residenziale più vicina si trova a Cicciano.
«Fondamentale è la diagnosi precoce che permette di costruire un percorso di terapia adeguato che va portato avanti da persone competenti- prosegue Ferrante- rispetto al passato abbiamo fatto molti passi avanti. Quando sono stato commissario dell’Asl dieci anni fa ricordo che sul territorio non c’era nessuna struttura. Ora ne abbiamo una, tra poco, si spera, avremo anche quella di Valle».
Nessun dubbio su cosa potenziare per migliorare la vita di chi è affetto da sindrome dello spettro autistico: «la rete tra Asl, istituzioni, scuola, famiglie, associazioni. Un sistema da perfezionare il più possibile per prendere in carico i ragazzi e condividere percorsi di terapia in cui tutti gli attori, a livello multidisciplinare, entrano in gioco per vincere la stessa partita».

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