Avellino, riciclaggio: bancari nel mirino
acquisiti documenti nell'inchiesta

Avellino, riciclaggio: bancari nel mirino acquisiti documenti nell'inchiesta
di Gianni Colucci
Mercoledì 29 Gennaio 2020, 08:10 - Ultimo agg. 13:00
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Quale rapporto c'è con il mondo bancario e il sistema delle aste giudiziarie? È il nuovo filone sul quale la Dda si è concentrata. Nella giornata di ieri ascoltate quattro persone come informate sui fatti. Otto ore di serrate audizioni presso il comando provinciale dei carabinieri con il pm della Dda Woodcock e il capo del nucleo investigativo dei carabinieri di Avellino Quintino Russo. Si è trattato di ricostruire con le persone chiamate in caserma una serie di operazioni bancarie che sono state scandagliate dalla Guardia di finanza di Napoli presso diversi istituti di credito. I finanzieri hanno raccolto una notevole mole di materiale per incarico dell'Antimafia. Contabili relative a diverse transazioni avvenute a valle dell'aggiudicazione delle aste giudiziarie.
Tracce di investimenti e operazioni di riciclaggio del clan Galdieri emergono anche dall'ampio materiale dell'ordinanza della procura che ha portato agli arresti dei mesi scorsi.
Ogni attività economica che mirava a ripulire il flusso di danaro proveniente dalle attività dei clan passava per il sistema bancario.
Si chiarisce il ruolo degli indagati e si precisa il coinvolgimento di altre figure professionali, tra cui compare anche quella di un dipendente di banca accusato di estorsione e turbata libertà degli incanti.
Esistono intercettazioni ambientali anche relative al progetto del clan Galdieri di far fruttare i proventi di estorsioni e traffici illeciti.
A luglio del 2017 ad esempio nell'ufficio di Carlo Dello Russo, uno dei luogotenenti di Pasquale Galdieri (quello dove sono state registrate le immagini dei famosi baci in bocca tra affiliati), si svolgeva una riunione nella quale è il fratello del boss, Nicola, a prospettare il progetto di una truffa. Si trattava di chiedere un finanziamento ad una banca cooperativa della provincia sotto forma di mutuo per 8 milioni di euro, tramite una società immobiliare che aveva la possibilità di avere l'ingente credito poichè dotata di un solido patrimonio immobiliare del valore di circa 1,2 milioni. L'obbiettivo era trasferire all'estero il finanziamento ottenuto .
A sostenere l'intero progetto era il capo area della banca che avrebbe coperto la truffa.
In un altro brano di intercettazione in cui si parla ancora del rodato sistema di rapporti con le banche. C'è un certo Michele a colloquio con Nicola Galdieri (siamo in una fase in cui il clan è sotto la guida di Nicola per la temporanea detenzione di Pasquale).
Galdieri dice: «Io ho due assegni circolari a nome mio: uno di 12 mila e uno di 7 mila, che si può fare?». Michele spiega. «Te li posso clonare». Nicola: «Che si passa?». Michele: «Metto varie persone che se li sono incassati». L'operazione prevede di mettere i due assegni sul conto di un correntista compiacente che poi stacca un assegno di un importo depurato di una «commissione» per il rischio che si accolla di circa il 50%.
Michele spiega a Galdieri: «Arriva il quarto giorno (dal versamento, ndr) ed esce scritto storno assegno e dice che cosa è successo se questo e un assegno circolare? Loro vanno a fare le dovute verifiche. Saltano una decina di giorni e vedono che il tuo assegno è stato clonato e però non c'entri niente tu: è stato incassato da un altro. E poi in automatico ti devono caricare i soldi».
E ieri presso il comando provinciale dei carabinieri sono sfilati altri testimoni nell'audizione condotta da Woodcock. Tassello dopo tassello si ricostruisce il preciso ruolo degli indagati e si raccoglie materiale che potrebbe portare a ulteriori provvedimenti dell'autorità giudiziaria.
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