Comune pronto a rimodulare le imposte locali. Domani, il confronto definitivo tra i commissari e il dirigente del settore Finanze, Gianluigi Marotta, per la predisposizione del Bilancio di previsione 2019. Conterrà quasi sicuramente nuovi rincari. Manca solo il dato della Tari, che verrà ufficializzato a strettissimo giro. Nel frattempo, come testimonia l'ennesima indagine, stavolta svolta dal mensile «Millennium», Piazza del Popolo è il peggior ente d'Italia per la riscossione dei tributi. La metà delle tasse accertate, almeno il 45 per cento, non viene pagata dai cittadini. Sul punto, nessuna delle ultime tre amministrazioni ha voluto o saputo incidere. Ora, però, ognuna rinfaccia all'altra le responsabilità del caso.
L'ultimo ed eloquente riscontro risale al 2017. Il Comune ha accertato 55 milioni e ne ha incassati 25. L'assessore al Bilancio, nell'amministrazione Foti, era Maria Elena Iaverone: «Grazie a noi rivendica il Comune ha recuperato 14 milioni di euro di evasione. Emettemmo circa 28.000 avvisi. E' stato uno dei nostri massimi impegni, anche se poi gli incassi non hanno rispecchiato le previsioni per i tanti contenziosi e per la querelle Assoservizi». Per questo motivo, dal 2016, il Comune divenne infatti ente strutturalmente deficitario. Ma Iaverone ricorda ciò che aveva ereditato dall'amministrazione precedente di Giuseppe Galasso: «Quando ci insediammo, la situazione era drammatica e c'era un uffici tributi del tutto smobilitato. Quanto ai controlli - evidenzia - la riscossione non è di certo in capo alla parte politica, che dà le strategie e gli indirizzi. Ma gli input furono lanciati e le transazioni chiuse soprattutto con i grandi evasori hanno dato i loro frutti».
I guasti, insomma, sarebbero giunti da lontano. L'ultimo assessore alle Finanze dell'amministrazione precedente, il secondo Galasso, fu Ivo Capone, in sella fino al 2011. Ma quest'ultimo sottolinea un dato ascrivibile alla giunta Foti. «Uno degli ultimi atti che facemmo, prima che Galasso si dimettesse, fu bandire una gara europea per esternalizzare la riscossione dei tributi. Non so come, né perché, chi venne dopo di noi realizzò uno strano affidamento diretto ad Assoservizi, che invece doveva gestire i tributi minori». Per questo motivo, la concessionaria fu messa fuori gioco dopo furenti polemiche e la riscossione andò ancora una volta a farsi benedire. Quanto alla gestione finanziaria, Ivo Capone ricorda anche un altro aspetto: «Quando noi lasciammo, il Comune non era ente strutturalmente deficitario. Chiudemmo il Bilancio con un avanzo di amministrazione e, dopo di noi, il commissario Guercio approvò il rendiconto. Se ci fossero stati problemi sottolinea - sarebbero emersi nella gestione commissariale». Per la verità, come indicato nell'ultima relazione dei revisori dei conti, il Comune mostra gravi limiti nella riscossione delle imposte da almeno 10 anni.
E nemmeno nell'ultimo, segnato dall'amministrazione Cinque Stelle di Vincenzo Ciampi, sfiduciata a novembre, sono stati raggiunti risultati considerevoli. Gianluca Forgione, delegato alle Finanze nell'interregno dei Cinque Stelle, punta però l'indice contro «chi, in precedenza, non ha effettuato i dovuti controlli».
«Una delle prime cose che ho fatto, è stata incrociare le posizioni dei cittadini all'anagrafe con quelle iscritte a ruolo all'ufficio tributi. Così sono emerse ricorda - circa 5.000 posizioni da verificare, e buona parte erano evasori». Quindi un affondo ai predecessori: «Fu un'operazione elementare, perché nessuno ci aveva mai pensato prima?». L'altro paradosso, secondo l'esponente Cinque Stelle, riguarda proprio la macchina comunale: «Ciascun settore ha un suo software che non dialoga con gli altri. Così Anagrafe e Tributi non incrociano mai i loro dati. E' invece un fatto fondamentale. conclude - Vanno collegati tutti tra loro».
Avellino, tributi non riscossi:
scaricabarile tra ex assessori
di Flavio Coppola
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Martedì 12 Febbraio 2019, 08:32 - Ultimo agg. :
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