Droni nel fiume a caccia di scarichi
abusivi: una conceria sotto accusa

Droni nel fiume a caccia di scarichi abusivi: una conceria sotto accusa
di Piero Montone
Sabato 6 Luglio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 08:46
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Con i droni e a piedi nel fiume a caccia di scarichi. Scattano le denunce per gli sversamenti nella Solofrana. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico in azione tra le province di Avellino e Salerno. Hanno denunciato un imprenditore conciario di Solofra che effettuava, in assenza di autorizzazione, lo scarico nella rete fognaria dei reflui industriali derivanti dalle acque di spruzzo del ciclo di lavorazione del pellame e dalle acque di dilavamento del piazzale. L'ispezione ha riguardato anche altri opifici adibiti alla lavorazioni delle pelli presenti nel distretto industriale.
 
L'operazione, che ha visto anche il supporto dei carabinieri di Solofra mirava proprio al contrasto dei reati ambientali legati al ciclo dei rifiuti urbani e industriali. Gli uomini dell'arma hanno effettuato anche ricognizioni con l'ausilio di un drone del nucleo elicotteri di Pontecagnano. L'uso dei mezzi aerei ha consentito di ispezionare anche le località più impervie e difficilmente raggiungibili.

In questi giorni, tra l'altro, sono stati ripetuti gli allarmi relativi a scarichi di acque nere nel torrente Solofrana. Il solito triste e sconsolante spettacolo, denunciato con tanto di video dagli ambientalisti locali, ha visto intervenire sul posto i carabinieri della stazione di Solofra.

Lo scarico si trova al confine tra Montoro e Solofra, dove i carabinieri hanno operato al comandando del luogotenente Giuseppe Friscuolo. I carabineiri sono scesi nel torrente e l'hanno ripercorso a ritroso con l'intento di individuare il punto da cui sgorgava il liquido nerastro. Controllati anche gli impianti di una conceria del posto che è dotata di un suo depuratore. Il tutto con l'intento di venire a capo dello scarico. Nel torrente, attualmente in secca, vi dovrebbe essere solo acqua piovana proveniente dai piazzali delle industrie conciarie e i liquidi trattati delle poche aziende che hanno un loro depuratore.

Toccherà ai tecnici dare anche un responso su quel liquido nero e nauseabondo prelevato, in diversi campioni e punti, nelle ultime tre giornate.

I carabinieri sono dunque alla ricerca del punto in cui ignoti hanno deciso di liberarsi dei reflui provenienti dal ciclo di lavorazione della pelle. Al momento i controlli hanno permesso di deferire un imprenditore trovato in difetto dal nucleo operativo ecologico dell'arma.

I controlli, comunque, non si sono esauriti e proseguono ad opera dell'arma dei carabinieri locale e dai colleghi delle squadre specializzate come i Noe. 
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