Il falso medico si difende:
«Non ho mai fatto iniezioni»

Il falso medico si difende: «Non ho mai fatto iniezioni»
di Enrico Marra
Venerdì 30 Settembre 2022, 07:28 - Ultimo agg. 20:10
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Ieri mattina Fabio Graziano, 42 anni, è stato interrogato dal Gip Pietro Vinetti ed ha sostenuto di non aver praticato alcuna iniezione ai pazienti. Così si è difeso il 42enne, originario della Svizzera, domiciliato a San Giorgio del Sannio e residente a Montefusco, a cui vengono contestate solo le lesioni aggravate con l'obbligo di dimora. Un misura scaturita dall'accusa che ipotizza un esercizio abusivo della professione medica in un ambulatorio di San Giorgio del Sannio. L'uomo ha sostenuto, assistito dal suo legale Raffaele Scarinzi, di non aver mai fatto flebo di sali minerali al paziente che lo ha poi accusato. Secondo le sue dichiarazioni gli avrebbe solo praticato una terapia per una sciatalgia utilizzando la massoterapia. Quindi nessuna terapie endovenosa anche perché non riesce ad utilizzare gli aghi, essendo affetto da una vera fobia.

La sua quindi è una posizione del tutto diversa da quella del fratello Angelo Graziano 33 anni, che è agli arresti domiciliari per una ordinanza emessa dal Gip di Benevento Maria Di Carlo, che gli contesta i reati di omicidio preterintenzionale, truffa, lesioni aggravate nei confronti di numerose persone, esercizio abusivo della professione medica.

L'accusa di omicidio preterintenzionale trova il suo fondamento nel decesso di una donna di 54 anni di Mirabella Eclano deceduta nel marzo del 2021. A tale riguardo Angelo Graziano aveva sostenuto con il Gip, facendo riferimento anche a delle dichiarazioni rese dalla figlia della donna, che in realtà la cura era stata indicata da un medico tedesco e che la stessa congiunta aveva assistito ad un colloquio in viva voce tra il sanitario residente in Germania e Graziano, con l'indicazione della terapia a cui doveva essere sottoposta in base alla diagnosi fatta dopo alcuni esami del sangue, che aveva fatto ipotizzare una possibile patologia tumorale. Tra l'altro ha voluto ricordare che la donna probabilmente era affetta da covid ma non voleva essere ricoverata in ospedale e che il medico che la curava sempre per il non avrebbe voluto visitarla. Essendosi le condizioni della donna aggravate, aveva sempre seguito le indicazioni del medico tedesco somministrando ulteriori farmaci. Poi era giunto il decesso della paziente per un embolia polmonare. Il corpo della donna era stato poi riesumato e sottoposto ad autopsia.

Siccome ad Angelo Graziano viene contestato che aveva percepito dai familiari della donna del denaro, a tale riguardo lo stesso ha sostenuto di non aver mai avuto ne dalla deceduta, ne dai suoi familiari alcun compenso. L'accusa contesta che nello studio di San Giorgio del Sannio venissero eseguiti trattamenti sanitari anche ad altri pazienti. Lo sostengono il sostituto procuratore della Repubblica Maria Colucci, che in questi mesi ha coordinato le indagini con i carabinieri di Mirabella Eclano e dalla stazione di San Giorgio del Sannio. Ora sulla vicenda si attende l'esito del Tribunale del Riesame di Napoli a cui si è rivolto il difensore dei due fratelli l'avvocato Scarinzi. L'udienza è già stata fissata e si svolgerà il 4 ottobre.

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